LECCE: CASE POPOLARI IN CAMBIO DI VOTI

A Lecce, sono stati condannati agli arresti domiciliari, politici e dirigenti di Palazzo Carafa, sede comunale. I provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti dalla Guardia di Finanza. L’inchiesta, condotta dai sostituti procuratori Massimiliano Carducci e Roberta Licci, vede indagate 47 persone per un presunto mercato di voti per l’assegnazione di abitazioni popolari, eseguita senza tener conto delle indicazioni della graduatoria relativa al Comune di Lecce. Sono contestati a vario titolo anche i reati di abuso d’ufficio, omissioni di atti d’ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale e invasione di terreni o edifici.Due indagati sono stati arrestati e condotti in carcere, si tratta di Umberto Nicoletti e Nicola Pinto, di 31 e 41 anni, leccesi.Agli arresti domiciliari è finito l’ex assessore ed attuale consigliere comunale Attilio Monosi di centrodestra, il consigliere comunale pd Antonio Torricelli, l’ex assessore della giunta Perrone e attuale consigliere comunale Luca Pasqualini di un gruppo misto, il dirigente comunale Lillino Gorgoni e il 27enne Andrea Santoro, di Lecce. Misura interdittiva anche per i dirigenti e i funzionari dell’ufficio casa, Piera Perulli, Giovanni Puce, Paolo Rollo e Luisa Fracasso.Le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale.Figura tra gli indagati per abuso di ufficio, falso e tentato peculato anche il parlamentare Roberto Marti della Lega, che all’epoca dei fatti era Assessore alla Casa.Gli indagati, sempre secondo gli investigatori, avevano messo a punto un sistema per gestire il “serbatoio dei voti” che ogni beneficiario degli alloggi poteva mettere a disposizione. I locatari dovevano scrivere, su un pezzo di carta, il nome delle persone che avrebbero assicurato il voto alle elezioni.