CAMPIONATO CON GARBO. SOLITA JUVE, INTER-ROTTA, SPALLETTI LA AGGIUSTI

CAMPIONATO CON GARBO. SOLITA JUVE, INTER-ROTTA, SPALLETTI LA AGGIUSTI

Una volta si diceva: è calcio d’agosto, non va preso sul serio. Perché ad agosto si affrontavano le ultime amichevoli prima che partisse il campionato. Oggi non è più così, ad agosto non è più il caso di scherzare, si fa tremendamente sul serio e gli errori si pagano. Ne sa qualcosa l’Inter, caduta contro il Sassuolo a conferma di una tradizione sfavorevole in terra emiliana. La sconfitta dei nerazzurri è la notizia più notizia della prima giornata di serie A. Insieme col debutto senza gol di Cristiano Ronaldo.Ma andiamo con ordine. Con una doverosa premessa: trattatasi di impressioni, sensazioni, nulla di definitivo, perché la condizione atletica è quella che è e molti meccanismi debbono essere ancora oliati. E dunque: la corazzata Juventus rischia il naufragio a Verona contro il Chievo, mettendo in mostra qualche distrazione di troppo in fase difensiva. I bianconeri ribaltano la situazione nel finale, confermando mentalità pazzesca e riuscendo a vincere una partita che qualunque altra squadra avrebbe sicuramente perso o al massimo pareggiato.Cristiano Ronaldo è rimasto all’asciutto, ma nessuno poteva seriamente pensare che avrebbe messo a ferro e fuoco la difesa veneta, sicuramente meglio organizzata della maggior parte delle retroguardie che ha affrontato in nove anni di Liga spagnola.CR7 si è messo al servizio della squadra, senza voler fare il fenomeno, con grande umiltà, da quel grande campione che è. Arriveranno i giorni dei gol, magari anche a grappoli.Semmai c’è da chiedersi se la cessione di Higuain (probabilmente inevitabile per ragioni di bilancio) sia stata una decisione opportuna. Perché a Verona si è avuta la sensazione di un Cristiano Ronaldo in difficoltà nel cuore dell’area del Chievo, circondato com’era da 3 o 4 avversari. Forse avere vicino un centravanti del calibro di Higuain, capace come pochi di aprirgli gli spazi e di attirare a sé i difensori, gli avrebbe semplificato la vita, consentendogli magari di partire dalla sinistra con più terreno di gioco a disposizione, come faceva spesso nel Real Madrid. Ma ormai questa è una considerazione oziosa e la archiviamo una volta per tutte.La Juventus ha fatto sempre la partita e ha pagato a caro prezzo due distrazioni difensive, in particolare quella del figliol prodigo Bonucci in occasione del pareggio del Chievo, circostanza che alimenta le perplessità sul suo clamoroso ritorno all’ovile bianconero. Eccellente nell’impostazione come centrale in una difesa tre, Bonucci dimostra tutti i suoi limiti difensivi in una difesa a quattro. Ma questi non sono affari nostri, bensì di Allegri.Il tecnico bianconero ha vinto la partita pescando dalla panchina risorse inesauribili che nessun’altra squadra possiede: a firmare il 3 a 2 in pieno recupero è stato Bernardeschi, che sarebbe titolare dovunque, ma alla Juve è ancora in lista d’attesa.Alla legittima proprietaria della serie A da sette anni a questa parte ha risposto il Napoli, andando a vincere in rimonta all’Olimpico contro la Lazio. Primo squillo di Ancelotti, che dopo le amichevoli estive qualcuno aveva già messo sulla graticola. Il tecnico emiliano ha usato per il debutto sulla scottante panchina che fu di Sarri il buon senso tipico dell’ambiente contadino da cui proviene. Non ha rinnegato il molto di buono che gli ha lasciato in eredità il suo predecessore, ma anzi vi si è affidato a piene mani, rimandando al lavoro giornaliero dei prossimi mesi l’idea di qualche aggiustamento tattico. Insigne ha illuminato la scena con un gol dei suoi, mentre Milik ha firmato il sorpasso al termine di un’azione in velocità di sarriana memoria, dimostrandosi il centravanti ideale per questa squadra e costringendo forse Mertens a tornare a sgomitare per strappare una maglia di titolare sulle corsie esterne.La Lazio ha avuto momenti di grande calcio, ma ha pagato un calo fisico complessivo e la condizione ancora approssimativa di Milinkovic Savic, in un certo senso l’acquisto più eclatante della squadra di Lotito, visto che il presidente è riuscito a evitarne la cessione.Il problema di Simone Inzaghi rischia di diventare la solitudine di Ciro Immobile, che non ha un sostituto alla sua altezza e neppure una seconda punta che gli dia una mano. E’ vero che nella passata stagione la forza della Lazio è stato il centrocampo folto e di qualità con gli inserimenti tra le linee. Ma ora questo potrebbe paradossalmente diventare un limite.Buona la partenza anche della Roma, che ha avuto bisogno di centrare tre legni, prima di riuscire a scardinare la difesa di un Torino più preoccupato di non prendere gol che di segnarne. Luci e ombre nel pomeriggio torinese dei giallorossi: De Rossi sembra accusare sempre più il peso dei suoi 35 anni, passeggiando per il campo ed esponendosi al pressing avversario; Pastore non ha convinto come mezz’ala, El Shaarawi è stato più fumo che arrosto. Tra le note liete lo straordinario gol in acrobazia di Dzeko, sempre più leader di una squadra che non può assolutamente fare a meno di lui. Ma anche l’impatto devastante sulla serie A di Kluivert, che quando è entrato ha riscritto la storia della partita con accelerazioni e strappi che hanno mandato in tilt i meccanismi difensivi dei granata, e nell’occasione del gol ha fatto qualcosa di eccezionale.Di Francesco ha parecchio da lavorare, ma la sensazione è che il DS Monchi gli abbia messo a disposizione una rosa competitiva, in grado di cambiare registro più volte nel corso della stessa partita.E veniamo al tonfo, davvero inatteso, dell’Inter, attesa come la vera anti Juve, grazie a un mercato consistente e mirato. Spalletti aveva detto che la squadra era pronta, ma forse si riferiva al Sassuolo, l’unica squadra vista in campo a Reggio Emilia. Condizione fisica approssimativa, Nainggolan infortunato in tribuna, Vrsaliko non ancora pronto, i croati rimasti forse con la testa alla finale mondiale di Mosca: tutte attenuanti valide per un debutto tanto deludente. Tanto che al posto dei tifosi interisti non saremmo troppo preoccupati. Ci sono 37 partite per recuperare e l’Inter non può essere quella scesa in campo a Reggio Emilia, dove si è visto qualcosa che somigliava molto lontanamente a una squadra. Distanze tra i reparti imbarazzanti, Icardi abbandonato a se stesso come nei momenti peggiori, difesa spesso in difficoltà sulle folate del Sassuolo. Spalletti non ha scuse, anche perché ha appena allungato il contratto sino al 2021. Tocca a lui rimettere le cose a posto e siamo convinti che lo farà. Intanto domenica è già condannato a battere il Torino, se non vuole che le critiche rischino di travolgerlo.Sabato due anticipi di lusso: Juventus-Lazio e Napoli-Milan. Siamo certi che ci sarà da divertirsi. I GOL DELLA DOMENICA1) Dzeko in Torino Roma. Il bosniaco va ad arpionare il cross di Kluivert a quote impossibili per i comuni mortali e lo spedisce all’incrocio dei pali più lontano. E pensare che due anni fa i tifosi giallorossi voleva scaricarlo come un “bidone”. 2) Kurtic in Bologna-Spal. Gesto tecnico fantastico quello dello sloveno, che parte dalla sinistra, si accentra e lascia partire un gran destro che tocca il palo e s’infila nella porta dell’incolpevole Skorupski. 3) Immobile in Lazio-Napoli. Sarà pur vero che Mario Rui, Koulibaly e Albiol si fanno uccellare come polli, ma il gesto tecnico dell’attaccante laziale, che si libera con un colpo di tacco e fionda un sinistro perfetto, è da grande centravanti.