I PROBLEMI DI ROMA
Roma ha un problema anzi due.Una giunta che non ha né le competenze né l’esperienza, forse nemmeno la volontà, per affrontare la complessità della città, cheoltre essere la capitale é un modello unico al mondo per concentrazione sullo stesso territorio di Stati, poteri e (per fortuna!) patrimonio artistico. Una città enorme ereditata in uno stato critico per debito, infiltrazioni mafiose, monopolio di gruppi di potere, invasività della politica, disamore civico.Se sei incapace ed erediti una città sana, gestibile, coi conti in ordine puoi fare qualche danno ma la città regge.Se sei incapace e ti danno in mano una città complessa e collassata fai boom.Si sapeva prima di fare il test 5S.Si sa con più consapevolezza oggi. Però Roma ha anche un altro problema.Chi l’ha ridotta così ancora non si fa da parte, anzi periodicamente tenta assalti per riprenderne il controllo (di alcuni settori non lo ha mai perso) pur non avendo la credibilità per farlo. Soprattutto chi l’ha ridotta così nulla fa, per quanto è nei loro poteri, per compensare la evidente incompetenza e sciatteria di chi ora la governa, per creare una cintura di soccorso. A Roma non c’è una opposizione che propone e vigila, a parte Fassina e pochi altri. Si sono messi tutti come cinesini sulla riva del fiume ad aspettare che passi il cadavere che poi sarà il nostro corpo mica quello di Virginia Raggi.A Roma non c’è una borghesia industriale che faccia mecenatismo o finanzi opere pubbliche essenziali.A dire il vero non c’è mai stata.Solo sanguisughe.A Roma non ci sono più gli artisti che prima vedevi in capo a ogni corteo: se aprissero qualche laboratorio nei quartieri, mettendosi insieme, invece di lamentarsi del degrado sulla testata dell’editore amico sarebbero molto più utili a Roma. Roma oggi è in mano a se stessa.Ai tanti volontari che fanno un lavoro prezioso soprattutto nelle periferie.Ai centri sociali che resistono.Alle associazioni che operano, pur senza fondi, sostituendosi allo Stato.Ai militanti che sopravvivono alla chiusura dei circoli dei loro partiti. Roma è la capitale d’Italia non è il Teatro Petruzzelli: se brucia non può essere un problema solo dei romani. Se va a fondo nessuno può starsene seduto tranquillo come un cinesino sulla riva del Tevere.
