RIZZOLI COSÌ NON VA (R) NIENTE. IL PROTOCOLLO DEVE ESSERE APPLICATO

RIZZOLI COSÌ NON VA (R) NIENTE. IL PROTOCOLLO DEVE ESSERE APPLICATO

La quarta giornata di campionato segna il punto più basso da quando esiste il Var, la rabbia di Cairo, i silenzi dell’Inter, gli arbitri e il designatore sono in piena bufera. Una giornata nera, anzi nerissima, in un campionato dove la tecnologia c’è ma evidentemente gli arbitri la usano come piace a loro e fanno evidenziare tutto il loro ego in decisioni inappropriate e violando palesemente protocollo e regolamento.Ricordiamo che la giusta introduzione del Var era stata voluta da tutti con uno slogan bandiera: mai più risultati falsati, sempre la decisione corretta, anche se questa necessita di tempi. Ora così non è più: la quarta giornata di campionato ha evidenziato almeno due risultati falsati a Udine e a Milano, vittime Torino e Inter, che, probabilmente casualmente, lo erano state anche nella prima giornata. Cairo grida allo scandalo e dice che questa Var non la vuole più, meglio annullarla: “ se questo deve essere il modo come usarla, allora tanto vale non averla”. L’Inter preferisce il basso profilo, nessun voce ufficiale si è fatta sentire, anche se Spalletti ha sbottato: “ il rigore era clamoroso”. Rizzoli che succede? Facciamo come i gamberi? Un passo avanti e due indietro? Rizzoli non potrà risponderci, quindi proviamo noi a cercare una spiegazione a questo marasma che si è creato, perché un paio di motivi noi li avremmo individuati. Anzitto l’uso del Var al mondiale, stesso protocollo, ma utilizzato in maniera completamente diversa, per capirci con il contagocce, perché?L’Ifab prima del mondiale invece di ampliare il protocollo Var lo ha limitato introducendo l’aggettivo “ evidente” nella dicitura standard che era “ in caso di chiaro errore” , ovvio che questa aggiunta ha, di fatto, ridotto l’utilizzo del Var ai minimi termini. In Italia poi è accaduta un’altra cosa, che in pochi hanno evidenziato, anno scorso i responsabili Var erano due, Roberto Rosetti che aveva studiato la cosa ed era il responsabile europeo e Rizzoli, era designatore e il secondo responsabile, pur non avendo mai fatto alcun studio né tantomeno arbitrato con questa tecnologia. Il defenestramento di Collina all’Uefa e la conseguente promozione di Rosetti a designatore arbitrale UEFA, voluta dal Presidente dell’Eca, Andrea Agnelli, dopo le polemiche con il Real Madrid dovute alla designazione di Oliver, hanno di fatto lasciato solo Rizzoli, e si vede. L’ex arbitro bolognese deve già designare e controllare le prestazioni e le promozioni ( incredibile la promozione concessa all’arbitro Lapenna di Roma, l’unico arbitro al mondo che è riuscito a cambiare decisione tre volte nell’accordare-revocare-riconcedere un rigore nella finale play-off Frosinone-Palermo) non ha una sufficiente preparazione in fatto di Var e non a caso, se lo avete notato, in queste prime gare ha designato tanti arbitri giovani e tanti arbitri esperti tutti al Var, fidandosi della loro esperienza. Ovvio quando manca un comandante, poi si creano, dicamo, così le varie opinioni di pensiero. Mariani nella prima giornata a Sassuolo non va al Var due volte ( Var Valeri) su due rigori netti a favore dell’Inter. Manganiello sabato fa più “arrosti” che a Master chef in Inter-Parma, riesce a non sanzionare due espulsioni, un rigore, concede un gol in fuorigioco, e non ammonisce Sepe che dopo tre minuti imita i giocatori del Frosinone che buttarono i palloni in campo per far sospendere la gara in momento di difficoltà, comportamento antisportivo clamoroso.E tutto questo con il Var mondiale Rocchi, che ovviamente ha guidato e sicuramente condizionato le sue scelte. A Udine questa volta è l’arbitro esperto Valeri che viola il regolamento e interrompe il gioco alla segnalazione ( erronea) del suo assistente e di fatto toglie un gol valido al Torino, mentre il protocollo raccomanda di aspettare di finire l’azione e poi decidere, proprio perché altrimenti non ci sarebbe possibilità di rimediare l’errore, come è stato a Udine. Anche in Juventus-Sassuolo succede che Chiffi, arbitro giovane e bravo, non vede ben tre azioni palesemente scorrette di Douglas Costa, anzi in verità una la vede, davanti ai suoi occhi prova a dare una testata, senza colpire, ma l’arbitro padovano estrae solo il giallo.Deve intervenire il Var, al minuto 94 per segnalare lo sputo e indurre Chiffi ad estrarre il rosso diretto, inefficace, a quel punto, in ogni caso sarebbe sarebbe intervenuta la prova tv. Una cosa deve essere chiara: il Var deve suggerire, ma non arbitrare, le decisioni le deve prendere il direttore di gara, ma le deve prendere attenendosi al regolamento e al protocollo: le situazioni oggettive non sono soggette a OFR ( on field review) ma solo decise dal Var e riferite all’arbitroIn campo. Le altre decisioni soggettive e comunque incerte, dubbie, soprattutto tutti i falli di mano, DEVONO essere revisionate con il ricorso alla video assistenza e il monitor dal campo, proprio perché essendo soggettive è giusto che l’arbitro si prenda le sue responsabilità, ma attenzione, il direttore di gara non deve dire ho visto bene : andiamo avanti, DEVE, dopo aver preso una prima decisone, se richiamato, andarsela a rivedere, così potrà con sicurezza confermare o cambiare la sua decisone qualora si fosse accorto di aver visto male, cosa che può capitare. Ora Manganiello verrà fermato, così come fu fermato Mariani, ma forse serve essere molto più drastico, con chi sbaglia, questo avverrà sempre, ma chi non si attiene al protocollo, chi arbitra infischiandosene delle direttive, venga mandato a casa, e Rizzoli, faccia il capo senza se e senza ma, non l’ex compagno-amico di tanti arbitri, perché se anno scorso, il Var aveva portato un raggio di luce in tante partite discusse e discutibili, in tante scelte sbagliate degli arbitri, quest’anno stiamo assistendo ad una inversione di tendenza assolutamente pericolosa e controproducente. C’è un concetto chiaro che confligge terribilmente con il buon senso: discrezionalità, la bandiera sventolata dalla Can, il cui significato contrario è uniformità la bandiera che tutti vorrebbero sventolare.La classe arbitrale pretende prevalga la centralità dell’arbitro, il buon senso e la giusta causa vorrebbero invece le decisioni giuste. In fondo sarebbe bene ricordarsi sempre che noi abbiamo vinto un Mondiale grazie ad una tecnologia che non c’era ancora ma che fu usata per prendere una decisione giusta. Serve trasparenza altrimenti diventa un potere, un centro di potere occulto. Come arrivarci? Sulla uniformità sarà semprecomplicato, sulla centralità dell’arbitro basterebbe dare poi valore alla tecnologia, sulla trasparenza invece serve un ulteriore passaggio: rendere pubblici i fail dei colloqui fra arbitro e Var.Troppe volte le nostre considerazioni sono incomplete, sono deduzioni, ma nn sappiamo cosa si sono detti e quindi non riusciamo a capire se ci sia o no malafede.Cosa ha detto Rocchi a Manganiello? E perché Manganiello non è ricorso al Var? Se i colloqui fossero resi pubblici sapremmo di preciso chi ha sbagliato, chi è stato condizionato e se qualcuno ha operato in buona fede, o no.A noi sembra un passo ineluttabile ma temo che la casta si opporrà. Il monito di Cairo, di solito persona moderata : “ il Var sta portando una nuova disparità nel nostro campionato” non deve cadere nel vuoto.