LA LEGGE DI BILANCIO VA LETTA DOPO LE FESTE

LA LEGGE DI BILANCIO VA LETTA DOPO LE FESTE

BUON NATALE. Vi auguro di capire la legge di bilancio solo dopo l’epifania così non vi rovinate le feste. Nel frattempo vi consiglio un libro e un disco fra quelli che ho letto e ascoltato quest’anno che meritano tutta la vostra attenzione. IL DISCO è “E TORNEREM A BAITA” di Erica Boschiero e Sergio Marchesini con un meraviglioso booklet di 45 pagine con gli scritti di Emiliano Oddone gli acquerelli di Paolo Cossi che illustrano lo spettacolo di canzoni visto a Treviso qualche giorno fa, con il fisarmonicista Sergio Marchesini e il violoncellista Enrico Milani. Erica è una delicata e straordinaria cantautrice cadorina trapiantata a Treviso che ha raccolto in questo album 11 canzoni dedicate alle Dolomiti alle leggende di montagna, gli spiriti del boschi, l’energia quasi mistica che sce da prati, rocce, fiumi, animali persone, amori e il vento che fa cantar le fronde. Le canzoni sono tutte di Erica, a volte condivise con Gianluigi Secco per i testi, a parte due brani di Bepi De Marzi e la rilettura di un classico dei monti a nordest, “Stelutis Alpinis”. Vi sorprenderà. IL LIBRO è “INDIFESA” di Giuseppe Cesaro. E’ una storia estrema di emozioni, cambiamenti e infanzia scritta bene e ben ideata. In ampia sintesi. Il libro mi è piaciuto. Trovo che l’idea di parlare di diversità inventando un “diverso” non catalogabile nella realtà sia ottima perché nessuno così può sentirsi rappresentato e tutti posso o trovare la propria corrispondenza. Il suo ermafrodita a scadenza è una perfetta metafora che serve a scandagliare i meccanismi del bullismo e della sopraffazione e disegnare la psicologia della vittima e dei suoi aguzzini in maniera molto efficace. E man mano che i fatti si chiariscono e prendono corpo la vittima si divide fra i propri drammi interiori, il corpo che cambia, la consistenza di due corpi e due sensibilità opposte, e la violenza del mondo esterno, in famiglia, a scuola, nella vita quotidiana, che contrasta con la assoluta mitezza, quasi rassegnazione. La violenza fisica e verbale, psicologica, non ha qui alcuna possibile scusante, nè un gesto, nè una parola, nè un atteggiamento. Andrea, il protagonista, non è vessato, vilipeso e violentato per ciò che fa, ma solo ed esclusivamente per ciò che non è, cioè come tutti. È un meccanismo ben noto, che vale per una identità sessuale, ma anche oggi religiosa, politica, etnica, economica, territoriale. Il tutto è scritto bene, con leggerezza e semplicità. Tutto scorre. E dà da pensare.