MEGLIO NESSUN LAVORO CHE UN LAVORO PRECARIO

MEGLIO NESSUN LAVORO CHE UN LAVORO PRECARIO

Se un modello economico, per sopravvivere, ha bisogno dello sfruttamento o addirittura del lavoro gratuito, è un modello non solo malsano, ma da contrastare in ogni modo. Deliveroo, Uber ma anche Amazon o chi per loro: qui non parliamo di piccoli esercizi che devono sopravvivere, ma di corporation multimiliardarie che hanno costruito un impero sul massimo ribasso. Ribasso che oggi vi garantisce un risparmio, ma che finirà sicuramente per ridurre anche il vostro, di reddito. In una spirale continua. Se quel servizio – così comodo, così “moderno” – si basa costitutivamente sullo sfruttamento di chi lo garantisce, beh, è un servizio che va cancellato. E sì, meglio nessun lavoro che un lavoro di merda, spero che ci siamo arrivati. Perché in economia la moneta cattiva scaccia quella buona, e perché i lavori sottopagati e iperprecari – proprio grazie al ricatto di “o così o niente” – sono diventati la norma. Per tutti. (Ah, Libero… Uno pensa che il problema siano i titoli da seconda media, e invece è proprio la capoccia che si ritrovano)