DECRETO SICUREZZA DI SALVINI, RASSEGNA STAMPA IN 10 PUNTI

DECRETO SICUREZZA DI SALVINI, RASSEGNA STAMPA IN 10 PUNTI

1. Decreto Salvini, se ne parla ovunque e voi mettete da parte ogni considerazione etica e umanitaria sennò vi danno dei buonisti. Segnatevi solo che, dal giorno in cui andrà in Gazzetta, in Italia avremo 130 mila irregolari in più, o “clandestini”, come li chiamano loro (dato Ispi). Gente che vive nel nostro Paese ma da un giorno all’altro è messa ai margini della società, non potrà più avere un lavoro e una residenza. A voi sembra che così la sicurezza aumenti o diminuisca? 2. Un altro punto curioso del decreto Salvini è la creazione di megacentri in cui convogliare i richiedenti asilo, al posto degli Sprar diffusi sul territorio. Grandi ghetti vuol dire più tensione, più potenziale delinquenza. A voi sembra che così la sicurezza aumenti o diminuisca? 3. Giro di vite anche sulle 150 mila persone (70 per cento delle quali italiane) che vivono in case occupate. Li si potrà sgomberare anche se non hanno alcun altro posto dove andare. Insomma migliaia di persone in più sui marciapiedi. A voi sembra che così la sicurezza aumenti o diminuisca? 4. «E adesso avanti con la legittima difesa», titola Libero. Più armi in giro e più libertà di sparare. Ora, tutte le ricerche socio-statistiche (una fra le tante, American Journal of Medicine, 11/17) dimostrano che più si liberalizzano la vendita e l’uso di armi, più viene ammazzata gente che non c’entra nulla. A voi sembra che così la sicurezza aumenti o diminuisca? 5. «Salvini: “E ora tocca ai rom”», esulta La Verità. A me il titolo piace. Rivela che la questione è semplicemente etnica, razziale, altro che sicurezza. Prima i neri, poi i rom. Fossi ebreo, un biglietto aereo aperto solo andata per Buenos Aires stamattina me lo comprerei. 6. Grandioso anche il Giornale: «Immigrati, si cambia. Ma in compenso manette facili per gli evasori». L’avversativo, dico, non è fantastico? Come dire: bene che si perseguitino i neri, ma perché prendersela anche con gli evasori, poracci? 7. Elegantissimo invece l’aplomb del Corriere, che sarebbe filogovernativo anche se governasse il mostro di Rostov. “Sicurezza, l’esame del Colle” è il titolo principale; segue una paginata di intervista a Bonafede che spiega: “La norma è equilibrata”. Non una parola di commento del Corriere sui contenuti. 8. Anche Travaglio, nel suo fondo, preferisce parlare della Morani e dei suoi video. Se volete qualche critica ai contenuti di questo decreto, oggi sostanzialmente vi restano l’Avvenire, il Manifesto e Repubblica. La Stampa e il Fatto però raccontano bene l’utilizzo mediatico, a super spot, con cui Salvini da 24 ore sta brandendo il suo decreto ovunque. 9. A proposito di Rep, mi tocca parlare qui del giornale della casa perché la vecchia e adorabile Natalia Aspesi è l’unica che, nel commentare la vendita di Versace, cita la questione sollevata nei giorni dal New York Times, cioè lo sfruttamento dei lavoratori da parte delle grandi griffe modaiole. Tema su cui, con pochissime eccezioni, i giornali italiani hanno abbondantemente glissato, non scherziamo, quelli sono tutti inserzionisti. 10. Borsino prossimo direttore del Tg1, la poltrona più importante dell’informazione Rai. Fino a ieri davano in pole Alberto Matano, oggi si parla invece di Franco Di Mare, quello con la barba da inviato di guerra anche quando sta a Prati. Per inciso, Di Mare era tra i firmatari di un documento pro Minzolini – insieme a Giorgino, alla Maggioni e alla Petruni – quando il Minzo era direttore berlusconiano del Tg1. Ottimo candidato, quindi, per il governo del cambiamento.