MOBILITARSI SERVE

In Italia bisogna innanzitutto distruggere quest’idea di merda, che ci ha portato in questa situazione di merda: che mobilitarsi, scendere in piazza, costruire collettivi che lavorino giorno per giorno, non serva a niente, sia tempo perso. Se non distruggiamo quest’idea, se non dimostriamo con i fatti che organizzarsi collettivamente può cambiare le cose, le nostre vite non potranno mai migliorare. Le mille differenze della sinistra non hanno alcun senso e presa se prima le persone non sentono in modo profondo che la politica può essere uno strumento nelle loro mani, se prima non si ricrea un terreno sociale. Proprio in questi giorni abbiamo una dimostrazione palese di come mobilitarsi produca risultati. Da quando si è insediato il Governo 5 Stelle/Lega la parte più reazionaria del paese ha trovato slancio. E’ come se si fossero aperte le fogne: tutto ciò che si è accumulato in vent’anni di berlusconismo, di sdoganamento dei gruppetti fascisti, di rafforzamento dei cattolici fondamentalisti, ha avuto la sua ufficialità. Questi hanno visto la loro grande occasione per “riformare” il paese, e hanno attivato tutti i loro mezzi: da qui il DDL Pillon, pensato contro le donne e per restaurare una società in cui comanda l’uomo, e il Congresso della Famiglia a Verona, non a caso laboratorio del sodalizio politico-elettorale fra centrodestra e fascismo. La Lega è ben contenta di fare la rappresentanza politica di questo brodo sociale, perché su questo pensa di cementare consenso, soprattutto in periodo di crisi e paure che spingono a un desiderio di “ordine” e “sicurezza”. Ma a rovinare i giochi è arrivata la mobilitazione di centinaia di migliaia di donne e di uomini. Mobilitazione che non si è prodotta a caso, in una giornata, o perché c’è l’ha detto Repubblica. Ma è stata il frutto di anni di lavoro, di paziente accumulazione, di volantinaggi e riunioni apparentemente sfigati, di contestazioni e iniziative portate avanti da Non Una di Meno e da tantissimi collettivi e forze politiche… Il Congresso di Verona è diventato così l’occasione non solo per i tradizionalisti, ma anche per quest’altra accumulazione antagonista. Altro che “ignorarli”, “non perdere tempo a parlare della famiglia”: questo lo possono dire quelli che non sono dentro le lotte, che non sentono l’aria, che ragionano con i paraocchi. Il Congresso doveva essere la celebrazione del mondo tradizionalista, invece ha evocato forze che non poteva controllare, si è rovesciato in un fallimento. Il movimento reale ha trasformato l’attacco in forza e aperto una questione dentro il Governo e tutte le forze dell’arco parlamentare… Per cui oggi il Movimento 5 Stelle, per non schiacciarsi ancora di più sulla Lega, per provare a intercettare consenso, deve annunciare un freno al DDL Pillon. Freno che non si sarebbe attivato se non ci fosse stata la mobilitazione! E’ ancora presto per cantare vittoria, non bisogna mollare la presa, ma lo capiamo che se la barbarie non diventa legge, se l’Italia non torna indietro, è perché centinaia di migliaia di persone si sono mobilitate? Ricordiamocelo anche per tutte le altre questioni aperte nel paese: il lavoro, l’ambiente… A scendere in piazza, a vincere, si prende gusto: oggi devono fare marcia indietro su questo, domani lo faranno su altro!