SANTO PADRE, UNA DOMANDA… , MA PERCHÉ DEVONO SOFFRIRE QUEI BAMBINI

SANTO PADRE, UNA DOMANDA… , MA PERCHÉ DEVONO SOFFRIRE QUEI BAMBINI

È la domanda che raccoglie il senso dell’esistenza.Santo Padre, ci perdoni per la domanda…, ma perché devono soffrire quei bambini?Perché sono condannati al dolore e alla sofferenza gli ultimi, gli ultimi fra gli ultimi, i più piccoli che si trovano fra gli ultimi?Perché?Ed ecco, con la forza dello Spirito, con lo sguardo di chi ha visto, ascoltato, raccontato infinite esperienze, inenarrabili dolori, ecco Papa Francesco aprirsi citando Dostoevskji: “Perché soffrono i bambini?” Ci sono domande che non hanno né avranno risposte” dice. Non ci sono “risposte preconfezionate”. Per farlo comprendere il Papa si richiama ai bambini quando arrivano all’età dei “perché”: non ascoltano la risposta ma in realtà cercano, per insicurezza, lo sguardo della mamma e del papà su di loro, che gli dà forza per andare avanti. “Lo sguardo di un uomo che è diventato papà, di una donna che è diventata mamma, non si compra nei magazzini”, afferma il Papa, ricordando che “è la grandezza della fecondità che ti fa crescere e le domande che non hanno risposte vi faranno crescere nel senso del mistero”. Quindi, ribadisce che siamo noi “con un sistema economico ingiusto a fare la differenza, a fare che i bambini siano affamati!”:“Ah, Papa, non sapevo che lei fosse comunista”, qualcuno può dirmi… No! Questo ci ha insegnato Gesù e quando noi andremo lì, davanti Gesù, ci dirà: grazie, perché ero affamato e mi hai dato da mangiare. E a coloro che con questo sistema uccidono di fame i bambini e la gente, dirà: no, tu vattene, perché ero affamato e non mi hai guardato. E’ buono questo delle differenze, andare a questo protocollo sul quale noi saremo giudicati, Matteo 25. Noi facciamo le differenze. Sono sicuro che tutti voi volete la pace. “E perché, padre, ci sono tante guerre?” nello Yemen, pensiamo, o nella Siria, nell’Afghanistan, i Paesi di guerra… Perché? Se loro non avessero le armi, non farebbero la guerra. Ma perché fanno la guerra? Perché noi, la ricca Europa, l’America, vende le armi per ammazzare i bambini, per ammazzare la gente, siamo noi a fare le differenze! E questa cosa voi dovete dirla chiaramente, in faccia, senza paura.“Sulla coscienza di un popolo che fabbrica le armi e le vende c’è la morte di ogni bambino, di ogni persona, c’è la distruzione delle famiglie”, ribadisce con chiarezza il Papa. Nel mondo ci sono oltre 900 milioni di mine antiuomo, e quando un povero contadino va a lavorare la terra, morirà o resterà mutilato. Questo non lo ha fatto Dio, “tu l’hai fatto, noi, la mia patria, il mio Paese”, sottolinea ancora richiamando l’esperienza di un giovane ingegnere al Sinodo: aveva vinto un concorso per lavorare in una fabbrica dove si facevano anche armi ma non ha voluto mettere le sue mani e la sua intelligenza per fare cose che avrebbero ucciso altri”.È questo che emerge da un incontro che dalla riflessione più profonda passa anche il momento di festa e gioia.Questa una profonda riflessione che come sempre è emersa in un incontro fra Papa Francesco e i giovani quello avvenuto in queste ore all’interno dell’Aula Paolo VI è precisamente con gli studenti ed i docenti del Collegio San Carlo di Milano, in tutto oltre duemilacinquecento persone.