TEMPI DURI. O VAI SUI BALCONI, O STAI CON GLI EUROCRATI

TEMPI DURI. O VAI SUI BALCONI, O STAI CON GLI EUROCRATI

E tu avoja a spiegare che stavi in piazza a chiedere investimenti pubblici quando loro ancora stavano sui tetti a urlare RO-DO-TÀ, mentre i loro sodali si cimentavano nell’inganno della cadrega. Cosa c’è di investimento in quanto promesso ieri, in un tripudio di folla (molto, molto spontanea. Manco il peggior Berlusconi schierava i parlamentari sotto Palazzo Chigi con le bandiere)? Ci sono fondi per l’ammodernamento degli ospedali? Per la ricerca? Sgravi per chi investe in R&D? Soldi per le scuole? No. Spesa corrente. Anzi, per la precisione spesa corrente primaria. Che andrà “coperta” da ora e per sempre. Rendendo meno elastica la spesa pubblica, comprimendo anzi la possibilità di fare investimenti futuri. Tutti gli economisti dell’Università della vita applaudono. Dall’altro lato, quelli coi santini di Schäuble si lasciano cadere il monocolo. Tu, che coi secondi ti trovi male quanto con i primi, non sai più che dire. Quando a scuola (liceo classico, come tutte le Ka$te) sentivo la storia di Cassandra, pensavo che tutto sommato non fosse poi tanto male. Almeno – visto che Troia era comunque condannata – si sarebbe consolata avendo ragione. Che bello poter dire “ve l’avevo detto, somari”. Oggi capisco: non ti consola per niente. 1) manovra bocciata tra le risate altissime di Juncker, con connessi pipponi – per anni – sui “poteri forti che fermano il Cambiamento”; 2) manovra che passa, rendimenti a mille, e ci bruciamo tutti i sacrifici (ingiusti e regressivi) subiti in questi anni. Che l’esito sia il primo o il secondo, non cambia nulla: chi ha reso possibile tutto questo troverà sempre un nemico, un cattivo da incolpare. E ricomincerà sempre tutto da capo