CAMPIONATO CON GARBO. LA JUVE PREPARA IL DOPO ALLEGRI, LOTTA CHAMPIONS IN VOLATA

CAMPIONATO CON GARBO. LA JUVE PREPARA IL DOPO  ALLEGRI, LOTTA CHAMPIONS IN VOLATA

DI DANIELE GARBOE’ stata la settimana degli addii, sarà la settimana degli ultimi verdetti. Per qualcuno sarà soprattutto la settimana della paura.Il primo addio è stato quello di De Rossi alla Roma. O forse sarebbe meglio dire: quello della Roma a De Rossi. Sia chiaro: la società ha tutto il diritto di fare le proprie scelte e in fondo quella di rinunciare al trentaseienne centrocampista non è neppure inaspettata, considerati i ripetuti guai fisici che hanno costretto Daniele più in infermeria che in campo. Discutibile è semmai il modo scelto per arrivare al divorzio, con De Rossi protagonista assoluto della conferenza stampa in cui ha spiegato che la società gli aveva appena comunicato l’intenzione di non rinnovargli il contratto in scadenza.Accanto a lui l’amministratore delegato Guido Fienga imbarazzato, quasi sul banco degli imputati. Evidentemente la vicenda Totti non ha insegnato nulla e De Rossi è stato scaricato senza tanti complimenti, come fosse l’ultimo dei ragazzini, non un romano e romanista campione del mondo con l’Italia nel 2006. Persino l’amministratore di un condominio scalcinato di Tor Bella Monaca avrebbe saputo fare di meglio di questa società bicefala: una testa, quella del presidente Pallotta, sta a Boston e a Roma si vede una o due volte l’anno. L’altra, quella che di fatto decide tutto o quasi, sta tra Londra e Città del Capo e appartiene a Franco Baldini, di cui non si trova traccia nell’organigramma societario, ma è l’ascoltatissimo consigliere del presidente. A Trigoria ci sono un direttore generale, Mauro Baldissoni, che si occupa prevalentemente di aspetti economico-finanziari, e un amministratore delegato, Guido Fienga, la cui principale occupazione sembra essere quella di licenziare le bandiere come De Rossi. Un grande giocatore (quasi ex), ma soprattutto un uomo con una personalità e un’intelligenza rarissimi nel mondo del calcio.Poi ci sarebbe Francesco Totti, che non si è capito bene cosa voglia fare da grande, a parte incassare lo stipendio di 600 mila euro l’anno. La vicenda De Rossi lo ha sfiorato di striscio: se avesse un briciolo di dignità, saluterebbe la compagnia dopo aver presentato una bella lettera di dimissioni. A meno che davvero Pallotta non lo promuova a direttore dell’arera tecnica e allora sarebbe tutta un’altra storia.Ben diverso l’addio tra Allegri e la Juventus, che come società è anni luce avanti a tutti. Andrea Agnelli si è presentato in conferenza stampa con il tecnico che ha firmato gli ultimi cinque scudetti davanti a tutta la squadra al gran completo. Mancava solo Pavel Nedved, l’uomo che ha spinto più di tutti verso il divorzio. Agnelli ha avuto parole dolci, Allegri si è commosso e non è sembrata affatto una sceneggiata a benefico di telecamere. Il presidente ha rivedicato la scelta della società, ma non ha spiegato le motivazioni della decisione. E in fondo sono affari loro.E saranno affari loro anche trovare un successore di Allegri, che appena metterà piede a Vinovo saprà di non poter far meglio di chi lo ha preceduto. Forse la Juventus cerca un allenatore che esprima un calcio più spettacolare di quello di Max e, soprattutto, che regali finalmente la Champions League. Imprese difficilissime, quasi proibitive. E allora tanti auguri ad Agnelli e al tecnico che sceglierà per aprire un nuovo ciclo vincente. Ne hanno bisogno entrambi.Un altro addio importante in casa bianconera è quello di Andrea Barzagli, grande difensore e grande uomo: mai una parola fuori posto, sempre un comportamento irreprensibile. Anche lui, come De Rossi, campione del mondo a Berlino nel 2006. Lascia il calcio e ha le capacità per fare qualunque cosa, l’allenatore oppure il dirigente. Ci mancherà.E veniamo al calcio giocato, che ci riserva 90 minuti finali carichi di adrenalina. La lotta per la Champions si è infiammata ulteriormente perchè i posti disponibili sono diventati improvvisamente due, dopo il crollo dell’Inter a Napoli. Imbarazzante la prestazione dei nerazzurri al San Paolo nella partita chiave della stagione. E ora quel terzo posto che un paio di mesi fa sembrava blindato è diventato incredibilmente un quarto posto, col rischio di fallire anche l’ultimo obiettivo stagionale, il più importante. La squadra appare sfiduciata e sfilacciata, Spalletti non sa più che pesci pigliare e la società non lo ha certo aiutato facendo trapelare la notizia dell’arrivo di Antonio Conte.In corsa per la Champions league ci sono anche Atalanta e Milan, mentre la Roma è praticamente fuori dai giochi dopo il pareggio col Sassuolo. Al di là delle combinazioni e della classifiche avulse, Inter e Atalanta hanno un punto in più e sono padrone del proprio destino. Se domenica batteranno rispettivamente Empoli e Sassuolo, la Champions League sarà realtà. Compito sulla carta semplice per la squadra di Gasperini, reduce dal pareggio allo Juventus Stadium: a Reggio Emilia ospiterà il Sassuolo, proprietario dello stadio, ma già abbondantemente salvo. Oltretutto l’Atalanta appare in grande salute e raggiungere questo obiettivo costituirebbe un traguardo storico.Più complicato appare il compito che attende l’Inter a San Siro contro l’Empoli, che ha vinto le ultime tre partite consecutive e con un poker di successi sarebbe clamorosamente salvo. Oltretutto Spalletti si troverà in grande imbarazzo nel decidere quale delle sue ex squadre vorrà salvare: l’Inter che gli sta dando il benservito o l’Empoli in cui ha giocato e allenato, guidato dal suo ex collaboratore ai tempi della Roma Andreazzoli ? Per fortuna Spalletti non scenderà in campo, ma sicuramente chi ha tutto da perdere da questa sfida senza appello è l’Inter, che avrà sulle spalle tutta la pressione di questo mondo.Capitolo salvezza: Cagliari, Parma e Bologna sono tranquilli perchè quota 41 non può essere raggiunta dal Genoa, attualmente terz’ultimo. E’ salva anche l’Udinese perché in vantaggio in tutute le classifiche avulse.. La partita chiave, oltre a Inter-Empoli, è perciò Fiorentina-Genoa: ai viola, in caduta libera dall’addio di Pioli (complimenti vivissimi alla società), basta un punto per stappare lo spumante, ma alla squadra di Prandelli potrebbero non bastarne neppure tre se l’Empoli farà la festa all’Inter. Insomma è un finale per cuori forti, chi non ha nervi d’acciaio può salutare la serie A.