L’IMPORTANTE E’ CONDONARE

Fisco è una di quelle parole che ha una precisa data di nascita: il 23 a.C. In quell’anno infatti Augusto decise di affiancare all’aerarium, ossia alla cassa statale, fino allora gestita dai due questori, il fiscus, la cassa – etimologicamente la cesta – delle entrate dell’imperatore. Si trattava di una distinzione formale dal momento che l’imperatore, attraverso i pretori, controllava anche l’aerarium e di fatto attingeva alla cassa in cui c’erano maggiori risorse.In Italia vige un sistema fiscale che sostanzialmente accetta un’evasione stimata tra i 250 e i 270 miliardi di euro – ossia il 18% del pil italiano. C’è una casta di professionisti – una delle tante – che vengono pagati per trovare il modo per pagare meno tasse, o per non pagarne affatto. E questa casta elegge i propri rappresentanti in parlamento per fare in modo che le leggi siano così complesse e farraginose da rendere più semplice il loro lavoro. In Italia l’evasione fiscale è un fenomeno sociale accettato, in qualche modo stimato, perché chi evade è considerato furbo e quindi invidiato. Il fisco italiano è vessatorio? No, è un colabrodo e noi siamo felici che sia così e continuiamo a votare chi ci assicura che continuerà a essere così.E chi non paga le tasse sa che arriverà un condono, e infatti la “nuova” finanziaria del “nuovo” governo si basa essenzialmente su un un condono.Quando morì Tiberio nelle casse del fiscus c’erano 2.700.000.000 sesterzi. Il suo successore Caligola riuscì a spenderli in un anno. Come noto quell’imperatore non gode di una buona stampa, anche perché quei soldi li distribuì al popolo e ai soldati. Ma siccome la storia la scrivevano quelli che non ne ricevettero – o comunque meno di quelli che speravano e a cui si erano abituati (anche allora gli intellettuali si compravano con poco, come oggi) – ci hanno raccontato che Caligola era un tiranno. Forse era solo uno che prendeva ai ricchi per dare ai poveri.