UN GOVERNO DA CODICE ROSSO

Diamo pure per scontato che nessun governo e nessun leader italiano o straniero riesce a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale. Non è solo cattiva volontà o inganno. È la regola di ogni democrazia in cui il gioco dei contrappesi, della critica, della dialettica fra vari interessi sociali ed economici porta le promesse a confliggere con la realtà e con il fattore tempo.Il fattore tempo si puó aggirare con i rinvii delle promesse.La realtà è invece spietata. E la realtà è rappresentata dalle risorse disponibili, dalla situazione internazionale, dai trattati fra Stati, dal consenso reale dell’opinione pubblica. La realtà si puó naturalmente negare. In alternativa si puó fare la guerra al mondo oppure isolarsi dal mondo. Dove ci porta un governo che scassa i conti pubblici, aggrava il debito pubblico, calpesta (non solo metaforicamente, ma a scarpate) i patti con l’Europa, isola l’Italia da amici e alleati, subisce il giudizio negativo dei mercati e soprattutto non ha i soldi per fare davvero nemmeno ció che promette?Riformare la Fornero, buttare fuori mezzo milione di clandestini, distribuire soldi a poveri e disoccupati, condonare evasioni fiscali e abusi edilizi, punire le banche e le imprese, infischiarsene dei mercati e dell’Europa potrebbe essere un programma comunque condivisibile se solo si avessero almeno la capacità e la forza di metterlo in pratica.Basterebbe dire che il modello è un copia incolla dell’Argentina. Ma questo governo da codice rosso non ci porta nemmeno da quelle parti. Tutto si riduce ad un gioco al massacro di annunci e vuoti slogan con il solo risultato di mettere gli italiani gli uni contro gli altri e gettare il ridicolo sull’Italia agli occhi del mondo.