IN PIAZZA PER ROMA E CONTRO LA RAGGI
Allora, ce l’abbiamo fatta: ci siamo schiodati dal divano e siamo andati ad occupare per qualche ora il cuore di Roma. Eravamo tanti. C’era la borghesia romana “illuminata” che ha sempre arginato i rigurgiti fascisti, ma anche pezzi di quel “generone” che bene o male rappresenta la parte più robusta della spina dorsale della città, e che non ha mai brillato per apertura. Conservatori, forse. Ma gente seria, che non sopporta i dilettanti che imperversano oggi.C’erano i pensionati, i professionisti, i commercianti, i ministeriali e i professori. Pochi giovani, niente stranieri. Pochi slogan, nessuna bandiera, tranne un tricolore. Abbiamo gridato “dimissioni”, abbiamo cantato “ricominciamo” (anche senza Pappalardo), abbiamo rivisto vecchi e cari amici. Il tempo di un sorriso e di un abbraccio un po’ malinconico.E adesso? Adesso abbiamo dimostrato che Fb non è soltanto luogo di cazzeggio e furibonde risse verbali, e che l’aggregazione che crea non è solo virtuale. Ma soprattutto abbiamo dimostrato che molti sono stanchi di vivere in questo letamaio che pure tanto amiamo. Stanchi di questi parvenu della politica armati solo della loro spocchia, capaci di tutto, incapaci a niente.Ultima riflessione a caldo. Quella gente lì in piazza era come un gran barattolo di plastilina, o se preferite di argilla. Ci sarà qualcuno capace di modellarla e di ricavarne qualcosa di buono? E se c’è, dovremmo temerlo o essergli grati?
