SIAMO IN RECESSIONE TECNICA

IL verdetto sul campo è pesantissimo. No, non si tratta della devastante sconfitta della Roma da parte di una agguerrita Fiorentina. No, non si tratta di questo, come non c’è neppure da gioire per il sostegno alla nuova casta da parte dei cinquestelle sulla faccenda per l’immunità per Salvini. Ben più concretamente il Paese perde colpi. Perde punti Li perde in modo plateale in ben più alta proporzione rispetto alle potenze di pari grado. L’economia italiana è in recessione. Ormai è certo il verdetto che arriverà ufficialmente fra poche ore quando l’Istat annuncerà i dati sul Pil del quarto trimestre 2018. Per una volta il governo prova a ridurre l’impatto annunciando per primo la notizia ferale L’Annuncio del premier Giuseppe Conte di fronte all’autorevole platea di Assolombarda non lascia margini di interpretazione: dopo la contrazione dello 0,1% del terzo trimestre, la crescita italiana registra il segno meno anche negli ultimi tre mesi dell’anno scorso. Si parla di recessione “tecnica”, che si verifica appunto con due trimestri consecutivi di calo del Pil. Un anticipo degli scenari per il futuro prossimo quando già a partire del primo trimestre del 2019, sono prevedibili tempi anche peggiori. “Mi aspetto un’ulteriore contrazione nel quarto trimestre”, ha detto il premier “Abbiamo dati congiunturali che non sono favorevoli. Non dobbiamo girare la testa, il dato positivo è che non dipende da noi: la Cina, la Germania, che è il nostro primo Paese per l’export”. Un modo per dire che la frenata dell’economia non dipende da quanto fatto del Governo. Una scusa bella e buona, quando già poche settimane addietro si decantava la capacità risolutiva delle scelte economiche del governo del cambiamento Infatti i dati sul Pil seguono quelli sulla fiducia di consumatori e imprese. Se per i primi si registra un aumento del clima di fiducia a gennaio, per le seconde l’indice registra una flessione, in un “progressivo indebolimento in atto già dallo scorso luglio”, scriveva l’Istat. Tutti valori che segnalano ulteriori rischi al ribasso per il Pil italiano