CONTRO IL NUOVO FASCISMO, L’EUROPA DEI POPOLI

CONTRO IL NUOVO FASCISMO, L’EUROPA DEI POPOLI

Innanzi tutto nella concezione antiegualitaria che investe gli individui e i popoli: ossia è “naturale” che sussistano differenze tra gli uni e gli altri, differenze che postulano gerarchie, considerate immutabili e necessarie. Nel sistema mentale fascista l’antiegualitarismo è il rifiuto di ogni politica e ogni ideologia che vadano nel senso della riduzione o della eliminazione delle disuguaglianze: giuridiche politiche economiche culturali. Ma il fascismo non si accontenta della disuguaglianza “naturale” tra individui e popoli: esso ammette e teorizza una disuguaglianza tra le “razze”, che rinvia a una naturale gerarchia di tipo etnico che a sua volta risalirebbe a elementi biologici o spirituali. I dominatori e i dominati, in sintesi. L’Africa, in particolare, è in tale visione, il serbatoio dei popoli destinati alla soggezione, dalla schiavitù del passato allo sfruttamento più bieco odierno. Infine, il ritorno del fascismo, si manifesta con due modalità una fisica: a) l’uso disinvolto della violenza verso avversari o mancati sostenitori, secondo la logica del chi non è con me è potenzialmente contro di me; b) il ricorso a un lessico eversivo, fatto di minacce, intessuto di parole grevi e volgari, un linguaggio dichiaratamente di rottura di qualunque galateo istituzionale, un lessico che è già violenza esso stesso. Si pensi a espressioni come “È finita la pacchia” o “Deve marcire in galera”, et similia, sulla bocca dei governanti italiani se hanno suscitato sdegno e raccapriccio in una parte della pubblica opinione, in un’altra, assai cospicua, sono state addirittura adottate, con un compiaciuto divertimento, sono insomma divenuti senso comune. Ci spetta oggi il compito di costruire un’altra Europa. Le forze, le idee, le passioni non mancano. E questo incontro ne è un esempio importante.