SVELATO L’INGANNO, SEAWATCH È UNO “YATCH”

Svelato dunque l’inganno Seawatch è uno yatch, avvelena il mare e quindi va fermata.La colpa dei volontari è quella di essersi fatti croceristi assimilando la pacchia, dei propri ospiti, alla loro.Dunque tutto il rumore intorno alla barca della ONG che ha distolto il nostro governo dalla profonda attenzione ai temi del Paese sarebbe stato inutile.Se il governo non fosse stato impegnato nella difesa del confine sicuramente avrebbe risolto magari la questione della recessione.La priorità del Paese, per colpa di quello yatch, non sarebbe stata ben individuata dunque.Ma ormai non si può tornare indietro e così non c’è da fare altro che proseguire nell’accanimento verso quella barca.Ecco così riparte il refrain: blocchiamola, fermiamola, arrestiamola. Lo conferma la stessa Ong: “#Seawatch in stato di fermo”, scrivono su Twitter i componenti dell’equipaggio della Sea Watch, “La Guardia costiera ci notifica il blocco per non conformità su sicurezza navigazione e normativa ambientale. Le autorità, sotto chiara pressione politica, sono alla ricerca di ogni pretesto tecnico per fermare l’attività di soccorso in mare”.Risponde per primo, per una volta, il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli: “La nostra Guardia Costiera ha effettuato il fermo amministrativo della SeaWatch3 per violazioni delle norme in materia di sicurezza della navigazione e di tutela dell’ambiente marino. Stiamo parlando di una imbarcazione registrata come pleasure yacht, che non è in regola per compiere azioni di recupero dei migranti in mare”. Quindi il ministro parla di uno yacht – non attrezzato per operazioni di salvataggio – su cui sono stati tenuti giorni e giorni in mare 47 migranti, pardon croceristi.