ALLA FINE, UNA COSA DI SINISTRA RENZI L’HA FATTA. LA SCISSIONE
Colui che avrebbe dovuto rinnovare il centrosinistra e rottamare la vecchia politica, si ritrova ad uscire del PD per giochi e calcoli da primissima Repubblica.La ratio della scissione è così semplice da far sembrare ridicola ogni altra giustificazione alternativa: con un gruppo parlamentare autonomo Renzi diventa fondamentale per la tenuta del Conte Bis e interlocutore imprescindibile in ogni trattativa interna all’esecutivo.Per lo più, molti fedelissimi non seguiranno Renzi in questa nuova avventura politica (Guerini, Lotti, i sindaci Gori e Nardella per citarne alcuni), in modo da poter tenere sotto scacco il Partito dentro e fuori.Dice che rimarrà fedele al Governo, dice.Una promessa che puzza terribilmente di “Stai Sereno”.Logorerà anche questo Governo da dentro, poco a poco, provando a riprendere la centralità politica sulle macerie altrui, provando a ricostruirsi una verginità politica sulle spalle della maggioranza che lui stesso ha contribuito a formare.E a livello elettorale?Lo scopo è palese. Creare una piattaforma in grado di attrarre l’elettorato di Forza Italia in uscita libera e quello di Più Europa, letteralmente spaccata in due dal posizionamento verso il Conte Bis.Ci riuscirà?Un progetto politico che parte da un calcolo parlamentare ha la credibilità per imporsi nel Paese? Staremo a vedere, lo spazio al centro c’è ed è evidente.Sta di fatto che è bastata la promessa di unritorno al proporzionale, per riportare la chiarezza e la nettezza degli schieramenti politici e per rendere più tetra l’oscurità dei giochetti di palazzo.
