Assalto del pullman del Pistoia Basket, fermati tre ultras: fanno parte della destra estrema

L’autista del pullman del Pistoia Basket (Instagram) Alganews.it
Dopo il terribile assalto al pullman del Pistoia Basket, che ha portato al decesso dell’autista, le autorità hanno arrestato tre ultras.
Purtroppo, in queste ore, le pagine di cronaca italiana hanno raccontato una tristissima vicenda: è morto Raffaele Marianella, 65 anni, autista del pullman che trasportava i tifosi del Pistoia Basket. Quella che doveva essere una semplice partita con il Sebastiani Rieti, si è trasformata però in un vero e proprio agguato mortale.
Secondo le prime indagini, infatti, il mezzo è stato preso d’assalto da un gruppo di ultras armati di sassi e bastoni.
Purtroppo però, uno di questi massi ha centrato Marianella in pieno volto, uccidendolo all’istante. Durante una recente intervista, gli investigatori che si stanno occupando di questo caso hanno spiegato: “Sembra che Raffaele Marianella sia morto sul colpo per trauma facciale dopo essere stato centrato dal sasso”. Inutile dire che la notizia ha sconvolto l’intera nazione e tutti i tifosi di questo sport.
In queste ore, dopo giorni di indagini, sono finalmente emersi i primi nomi e i dettagli su chi avrebbe organizzato questo terribile assalto.
I tifosi che avrebbero causato l’incidente
Le Forze dell’Ordine hanno arrestato tre uomini, ognuno dei quali è stato accusato di omicidio volontario in concorso. Si tratta di Manuel Fortuna, Kevin Pellecchia e Alessandro Barberini, che hanno rispettivamente 31, 31 e 53 anni. Tutti e tre fanno parte della Curva Terminillo, il gruppo ultras legato alla Sebastiani Rieti. Come spiegato dal Corriere Fiorentino, dalle indagini condotte dalla procura di Rieti sono emersi ‘gravi indizi di colpevolezza’. Sembrerebbe inoltre che due dei tre uomini fermati siano fortemente legati ad ideali politici di estrema destra.
Nonostante tutti questi indizi, la Digos, la squadra mobile e le volanti stanno continuando a lavorare sodo per trovare tutti i colpevoli.

L’esame del dna sulle pietre lanciate dagli ultras
Proprio per questo motivo, è stato disposto un esame del DNA sulla pietra che ha ucciso Marianella e da quell’impronta sarà possibile risalire con certezza a chi l’ha scagliata. Inoltre, gli investigatori si stanno occupando di analizzare dettagliatamente alcune chat Whatsapp che potrebbero svelare la verità. In quelle conversazioni, infatti, si farebbe riferimento ad una ‘missione punitiva’, organizzata da almeno tre tifosi della squadra di basket. Un piano quasi sicuramente premeditato, forse per vendicare alcuni vecchi screzi tra le due tifoserie.
Insomma, questa triste pagina ha visto Roberto Marianella come vittima. Un uomo appassionato del suo lavoro e che certamente non centrava niente con tutto questo odio.