ELEZIONI REGIONALI: NON VALE PER LA SICILIA IL MODELLO PALERMO

Passano i giorni e le settimane e fra le poche certezze che riguardano la prossima competizione elettorale siciliana c’è che la sinistra, il Pd, hanno sanzionato la fine del modello Palermo ancora prima che potesse consolidarsi e dare i suoi frutti a livello regionale.Interessi di parte, calcoli, amicizie vere e presunte hanno fatto sì che l’energie propulsiva che aveva permesso l’elezione di Orlando adesso si disperda in più rivoli. Sì, più rivoli, perché oltretutto non è neppure certo che il fiume di consensi si divida in due o più torrentelli portando grande soddisfazione di Berlusconi che aspetta al varco le altre formazioni della destra per calare la sua mano.Ecco così che individuati i nomi, partono i fuochi.Il frutto della candidatura essenzialmente Pd-Alfano e’ rappresentato dal nome di Fabrizio Micari. Il rettore dell’Universita di Palermo avuto il via libera, ha convocato la conferenza stampa che già da subito ha ufficializzato per un centrosinistra più centro che sinistra la sua candidatura.Il senso della sua presenza e’ quello di una figura “civica” illustre, in un contesto unitario di centro sinistra che vorrebbe avere il conforto della possibile vittoria. L’incontro con la stampa e’ servito a Micari per puntualizzare: «Confermo la mia disponibilità a candidarmi alla carica di presidente della Regione siciliana, chiaramente come candidato civico nell’ambito di un campo largo e di una coalizione di centrosinistra. Lo faccio per i nostri giovani; è un impegno nei confronti della formazione. Questa è la fase due di un impegno già cominciato. Da rettore ho fatto il primus inter pares, anche il presidente della Regione svolge il medesimo ruolo. Credo che la vera risposta e proposta che possiamo dare alle esigenze dei siciliani può avvenire se il centrosinistra, nel rispetto dei valori che lo caratterizzano, trovi la forza di marciare insieme unitariamente. Questo se vogliamo lo possiamo chiamare appello: il ruolo che vorrei attribuirmi è quello di garante di quanto scritto nel programma». Il parto però segna lo strappo con Articolo 1-Mdp che spezza la visione per quel “campo largo” del centrosinistra che se restava unito poteva giocare in modo più convincente la partita elettorale. Pisapia invece provocando un caso che potrebbe avere ripercussioni più importanti, avrebbe scelto di cavalcare Micari. Non è escluso, hanno fatto trapelare alcune fonti vicine al rettore, che anche Micari, consapevole del rischio delle “contrarieta”, potrebbe sottolineare di nuovo l’appello a quelle forze politiche che avrebbero deciso di rimanere fuori dal patto centrista.Ma la sinistra deve combattere anche altre battaglie perché non è solo Micari a turbare gli orizzonti.Ottavio Navarra, l’editore, candidato della prima ora ha fatto sapere di non essere disponibile a fare un passo indietro a favore del nuovo nome, quello del deputato Claudio Fava. Il vicepresidente della commissione Antimafia nelle scorse ore, aveva parlato con Ottavio Navarra, che sembrava pronto a ritirarsi dalla candidatura ma allo stato delle cose pare abbia maturato una inversione di convincimenti.Fava, per parte sue già candidato nel passato, ma con risultati piuttosto deludenti, pare comunque entrato nello spirito elettorale.Il voto del prossimo 5 novembre è visto come l’anticipo naturale della sfida delle politiche 2018 ed il suo nome ben conosciuto a livello nazionale, potrebbe essere speso anche in quella occasione. Intanto però i due nomi della sinistra cancellano ogni possibilità di future alleanze. «Non avevamo avanzato nessuna obiezione verso il candidato Micari, una persona perbene, ma avevamo detto che la coalizione non doveva essere definita in funzione di accordi romani con Alfano», ha detto Fava. «Invece – ha poi aggiunto – il Pd ha fatto della Sicilia carne da macello per trattative romane e questo è inaccettabile».Fava già calato nella parte a sua volta ha parlato anche con alcuni esponenti di Sinistra italiana ed anche MDP, riuscendo a strappare un via libera: “Ho ricevuto questa proposta da un’area abbastanza ampia che tiene insieme forze, partiti e movimenti di sinistra. Ci sto pensando, mi sono preso 24 ore di tempo per decidere in un senso o nell’altro, lunedì scioglierò la riserva – ha detto Fava all’Adnkronos – essere rimasti al tavolo da poker aspettando l’ultima mano di Alfano che avrebbe deciso se concedere i propri favori al centrodestra o al centrosinistra è uno scenario malinconico. La Sicilia, la sua vocazione politica, il desiderio di riscatto da una lunga stagione di pessima politica è diventata carne da macello per trattative romane. Questo è irresponsabile”. Navarra che in un primo momento sembrava aver accettato il cambio di testimone ha invece fatto un parziale marcia indietro: “Il mio mandato è nelle mani dell’intera coalizione che presto si riunirà. Ribadisco che non possono esistere soluzioni che tradiscano il progetto iniziale o lo snaturino. Noi lavoriamo non per ricostituire un campo largo del centro sinistra così come lo abbiamo conosciuto in questi anni e che, in Sicilia, ha portato disastri e politiche regressive in materia di diritti e sulle politiche del lavoro. Noi siamo interessati ad un progetto inedito e coraggioso che, oltre gli steccati tradizionali, sappia essere profondamente alternativo agli attuali assetti del potere siciliano e in grado di coinvolgere quella parte di società rimasta ai margini della politica ma protagonista nella vita civile. La riunione che promuoverò sarà la sede di verifica di questo progetto. Da parte mia, dunque, nessun passo indietro se non sono chiari i contorni di questo lavoro. Si discute tutti insieme e si valutano le soluzioni migliori e più utili all’intera coalizione e mi auguro lo si faccia, individuando strumenti di ascolto e partecipazione di quanti fin qui hanno dato fiducia a questo percorso. Non è il tempo di accordi a tavolino. Se l’intera coalizione dovesse scegliere unitariamente per la guida del progetto altre soluzioni io farò un passo indietro. Senza strapuntini e prebende che non appartengono alla mia formazione politica”. Intanto il M5S questa volta scomodo, incomodo, ha già lanciato Cancelleri ormai già calato in campagna elettorale da settimane.Musumeci sembra avviato a vincere il derby nel centrodestra contro il candidato civico Armao che a questo punto potrebbe fargli da vice, anche se le acque mosse dalla conferenza stampa del candidato del Pd, sembra che indirettamente abbiano sollevato dubbi.Il governatore Crocetta intanto conferma di voler essere della partita anche lui, ha già promesso da tempo che sente “l’obbligo” di ripresentarsi visto il modo in cui il Pd lo ha scaricato. E lui non e’ certo un uomo che dimentica