LA NOVITÀ È CHE DI LAVORO SI CONTINUA A MORIRE

I dati, la contabilità delle morti sul lavoro, di lavoro, sono le uniche cose certe che abbiamo in mano. Ed è questa la vera novità, e’ quella che di lavoro si continua a morire.Altro che discussioni su percentuali di nuovi e vecchi occupati.In Italia si muore in un crescendo senza fine e parlarne sembra rovini le feste, interrompa il clima idilliaco.E sono queste le quelle certezze che ci fanno comprendere quanto ancora ci sia da fare.Tragedie e drammi che raccontano di vite spezzate, di famiglie distrutte, di destini segnati per sempre.E quando non si muore rimangono sui corpi i segni indelebili che marchieranno per sempre l’esistenze.Solo nella giornata d’ieri due le vittime a Lucca ed una a Bergamo.I due operai di Lucca sono caduti dal cestello di una gru mentre montavano le luminarie in una strada e quello di Bergamo e’ rimasto schiacciato dal ribaltamento di un bancale nella ditta mentre stava ultimando la giornata di lavoro.Nei primi sette mesi di quest’anno sono aumentati gli incidenti e i morti sul lavoro, il cui numero ha raggiunto quota 591, 29 in più rispetto ai 562 decessi dell’analogo periodo del 2016 (+5,2%). A dirlo una fonte certa, l’Inail che ha pubblicato i dati provvisori sul 2017.Numeri di una guerra senza vincitori che indica che malgrado tutte le attenzioni, tutti gli sforzi ci sia qualche cosa, nella cultura della prevenzione che non funziona.I motivi sono i soliti, quelli che tutti conosciamo che fatichiamo ad accettare. Che facciamo finta di non sapere che facciamo finta di aver dimenticato.