LIBRI. NINFEE NERE DI MICHEL BUSSI EMOZIONA E STUPISCE

LIBRI. NINFEE NERE DI MICHEL BUSSI EMOZIONA E STUPISCE

Non è certo per i numerosi premi vinti che è un gran libro. Il motivo è semplice. “Ninfee nere”, edizioni e/o, di Michel Bussi è costruito in un modo impeccabile. Emoziona e stupisce. Ha tutte le caratteristiche di un giallo ma non è solo un giallo. Unisce strati di quella cultura francese riconosciuta universalmente che è l’impressionismo. Anzi l’intero libro è incentrato sul mondo artistico di quel tempo. Ambientazione e centro dei “tredici giorni” è Giverny, un piccolo paese in Normandia, reso famoso da Claude Monet, il grande pittore impressionista che qui ha vissuto la maggior parte della sua vita fino alla fine dei suoi giorni. Suo era il laghetto con le ninfee, il ponte verde, i salici piangenti e i fiori, che Monet traduceva in meravigliose opere d’arte, dipinti che ora si possono ammirare al Musée de l’Orangerie di Parigi. “Tre donne vivevano in un paesino… Erano tre persone molto diverse. Eppure avevano una cosa in comune, una specie di segreto: tutte e tre sognavano di andarsene… La prima, la più anziana, possedeva un grazioso quadro. La seconda era molto interessata agli artisti. La terza, la più giovane, sapeva dipingere bene. Anzi benissimo”. I “tredici giorni” iniziano con un omicidio e altri drammi ne seguiranno. L’ispettore Sérénac indaga con metodi alquanto inusuali che sorprendono anche il suo vice Bénavides, corteggiando la maestra del paese Stéphanie, moglie dell’unico indagato. La maestra è una delle tre donne che vorrebbero scappare via da Giverny. La prima è Fanette, una bambina di undici anni con un grande talento nel dipingere. La terza è una vecchia che vive una vita solitaria nella torre del mulino con l’unica compagnia di Neptune, il cane del villaggio. In tredici giorni si susseguono colpi di scena ed eventi che si intrecciano in una suspence continua. Si cerca il filo conduttore che tarda ad arrivare e intanto si memorizzano i fatti mentre le “Ninfee” di Monet diventano a volte sfondo del dramma e altre volte protagoniste del libro. Il finale è straordinario e assolutamente inaspettato. Negli ultimi capitoli, tutto, improvvisamente, si ribalta, si trova un senso. I rapporti, i legami, la storia, diventano palesi. “ L’effluvio avvelenato della trappola si fa ancora più evidente, come il ritorno di un profumo lontano, un opprimente odore familiare svanito da un pezzo, ma mai dimenticato”.