MIGRANTI. IL GOVERNO DA’ UN COLPO AL CERCHIO E UNO ALLA BOTTE

MIGRANTI. IL GOVERNO DA’ UN COLPO AL CERCHIO E UNO ALLA BOTTE

Occhio non vede, cuore non duole: In un’intervista di questi ultimi giorni il ministro dell’interno Minniti spiega il suo punto di vista sull’accordo con la Libia per tentare di contrastare il più possibile gli arrivi dei migranti sulle nostre coste, bisogna ammettere che i risultati diventano evidenti, anche se questo comporta la prigionia di chi fugge da guerre e miseria nei “campi” libici, definiti da molti simili a quelli di concentramento di recente triste memoria. Colpisce la sua motivazione: era necessario preservare la tenuta democratica, messa a rischio dalle continue polemiche e problemi sull’intero territorio nazionale. Non si può certo definire una posizione seria, un ministro, soprattutto chi si occupa della sicurezza del territorio, non dovrebbe cedere ai proclami spesso di indole razzista, anzi le sue reazioni dovrebbero mirare alla tutela dei più deboli, spesso vittime e ritenuti responsabili dei mali del Paese, in facili provocazioni di chi sa che non riceverà repliche da loro. Viene da chiedersi se all’epoca del terrorismo la politica invece di unire le forze,  reagiva ascoltando i discorsi da bar, come si sarebbe affrontata quella terribile piaga, altri tempi, altra saggezza, un atteggiamento quello del ministro che spiega anche lo sgombero dei profughi eritrei, con le modalità note, in Piazza Indipendenza a Roma. Insomma “occhio non vede, cuore non duole”, ma anche, per parafrasare il primo segretario del PD Walter Veltroni, un colpo al cerchio (prima gli italiani) ed un colpo alla botte (reddito di cittadinanza), infatti anche il provvedimento del reddito di inclusione, sembra dare più una risposta ai cinquestelle, piuttosto che una soluzione alla povertà, tanto fumo nel divulgarlo, poco arrosto nei fatti, è vero ci sono pochi soldi in cassa, ma proprio per questo motivo, non sarebbe meglio destinarli per provvedimenti lungimiranti per risolvere i problemi della disoccupazione, di un sistema scolastico sempre più in crisi, di una sanità pubblica sempre terra di conquista per i privati, praticamente la politica del “meglio un uovo oggi, che una gallina domani” per rimanere in tema di saggezza popolare, ereditata dal governo Renzi, continua, d’altronde le elezioni sono alle porte, la maggioranza di governo deve cercare di recuperare l’enorme distanza con il mondo reale, è di questi ultimi momenti la proposta per i giovani di un assegno minimo per la loro futura pensione di 650 euro. Su quest’ultimo punto sarebbe opportuno dire due parole, è ormai da anni diventato  l’argomento principale nel mondo del lavoro, qualcosa che un tempo era solo un traguardo a cui si mirava dopo decenni di fatica, è diventato l’incubo di molti, la crisi economica, la paura di perdere da un momento all’altro l’unica fonte di sostentamento, sposta il pensiero verso la sicurezza della pensione, la giornata di lavoro diventa pesante, i ricatti sempre più pressanti, l’economia non riparte con queste incertezze, con questi timori. Insomma la politica segna il passo, mentre la propaganda avanza con passi da gigante, ed è per questo che va in scena “la botte piena e la moglie ubriaca”.