ROM E SINTI, IL DOVERE DI SENTIRLI PARTE DI NOI

ROM E SINTI, IL DOVERE DI SENTIRLI PARTE DI NOI

LEGGO con costernazione le notizie che una persona cara ha postato circa furti e truffe. Fatti che vedono coinvolte persone, minorenni di etnia rom e sinti.I giornali, le nostre esperienze personali, quelle dei nostri conoscenti ne sono piene.Le miserie umane sono davvero tante ma altrettanti sono i doveri morali che ci spettano ed obbligano.Condivido le preoccupazione per una società dove la convivenza non è regolata da una giustizia che funzioni.Non sarebbe questa forse la riforma di cui abbiamo più bisogno?L’esempio che purtroppo diamo non sono delle migliori, penso a chi con un semplice click di computer genera sofferenza e danni ben più gravi.Per questo non posso accomunarmi nella generalizzazione di condanna ed odio per quelli che dalla vita hanno meno di noi, moralmente, socialmente ed anche economicamente.Non è buonismo ma necessità di sottolineare quanto ancora deve essere fatto. Quanto una democrazia matura, una delle grandi potenze del mondo dovrebbe sottolineare.A proposito di rom e sinti mi permetto di citare un episodioraccontato da papa Bergoglio al quale aveva assistito negli anni prima del pontificato: “Quando prendevo il bus a Roma e salivano degli zingari, l’autista spesso diceva ai passeggeri: ‘Guardate i portafogli’.”Ed il papa: “Questo è disprezzo, forse è vero, ma è disprezzo”.Un disprezzo che genero’ un tempo non molto lontano, uno sterminio, un abominio come quello delle leggi razziali e della pulizia etnica. Permettete di ricordare anche un’altra figura della chiesa che prese in considerazione la “questione”, Paolo VI che ebbe a dire parole belle, difficili da accettare, parole impegnative.Era il 26 settembre 1965, più di cinquant’anni fa: con i rom celebrò una liturgia e nell’omelia tracciò un programma di fede e di impegno per questo popolo affermando con forza che nella Chiesa “siete ben accolti, qui siete attesi, salutati, festeggiati. Voi nella Chiesa non siete ai margini, ma, sotto certi aspetti, voi siete al centro, voi siete nel cuore. Voi siete nel cuore della Chiesa, [che] ama i poveri, i sofferenti, i piccoli, i diseredati, gli abbandonati”.Ed a proposito di citazioni per chi non abbia come riferimento la fede mi piace ricordare una poesia tutta dedicata all’apatia ed alla rassegnazione, un’opera attribuita a più figure della cultura ma che in realtà possiamo considerare patrimonio della memoria di tutti.Un vero monito a non lasciar correre, a non sorridere alle facili battute:“Prima di tutti vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”.