L’EUROPA CHE “BACCHETTA” PIACE A SALVINI

L’EUROPA CHE “BACCHETTA” PIACE A SALVINI

Arrivano i primi rimbrotti europei allo stallo politico che sembra far annaspare un governo che continua a non voler nascere.Sono critiche reali, concrete ma del tutto controproducenti.Sono osservazioni che in pratica sortono l’effetto contrario di quelle che potevano essere le aspettative di chi le ha pronunciate.Sono, per dirla chiara, un favore a Salvini ed a Di Maio perché permettono di ricompattare i rispettivi schieramenti su quelli che sono i temi che li hanno visti vincenti quasi tre mesi fa.Ci sono appunti “pericolosi” come quelli indirizzati al prossimo governo italiano affinché “non ci siano cambiamenti sulla linea della politica migratoria”, come ha detto il commissario europeo alla Migrazione Dimitris Avramopoulos.Consigli che sono arrivati dopo le lodi verso l’Italia, per quanto ha fatto nel passato, ricordando, tra l’altro, che il nostro Paese è tra gli Stati che fino ad oggi ha dato il maggior sostegno allo spirito europeo.Altre osservazioni sono arrivate dal vicepresidente della Commissione Ue Jyrki Katainen che rispondendo a una domanda sui piani per i conti pubblici del possibile nuovo Governo Lega-M5S, ha detto:“Le regole del Patto di stabilità si applicano a tutti gli stati membri e non ho segnali che la Commissione concederà eccezioni a chiunque. Non è solo una cosa che sta a noi, alla fine le decisioni sul Patto le prende il Consiglio e non vedo segnali che in Paesi vogliano cambiare le regole o fare eccezioni per qualcuno”, ha poi concluso. Una vera manna per Salvini e Di Maio: “Dall’Europa ennesima inaccettabile interferenza di non eletti. Noi abbiamo accolto e mantenuto anche troppo, ora è il momento della legalità, della sicurezza e dei respingimenti”. “Abbiamo attacchi continui, anche oggi da qualche eurocrate non eletto da nessuno che parla di nuovi barbari, ma come vi permettete?”: afferma il capo politico M5S Luigi Di Maio in un video su facebook. “Io più vedo questi attacchi, più sono motivato, perché vedo tanta paura di un certo establishment del cambiamento. Ma chi ha paura del cambiamento oggi è nostro nemico, chi lo vuole invece lotti con noi”, spiega. Non contento Salvini di far chiudere il possibile alleato, rincara la dose e ritorna sulla frase che gli ha fatto guadagnare voti: “Minacce, insulti e ricatti non ci spaventano, ci danno forza! Prima gli italiani, o si cambia o si vota!”. Imperativi che vorrebbero essere tutto un programma per il destino del Paese e delle sue alleanze internazionali.