ECCO CHI SONO I CASAMONICA

Il clan dei Casamonica torna a riempire pagine di cronica.L’aggressione ad una ragazza disabile e alla troupe di Nemo, sono solo gli ultimi di una serie, tra gli atti criminali compiuti dal clan.I Casamonica, approdati a Roma durante il fascismo, raggruppano diverse famiglie: Di Silvio, Di Guglielmo, Di Rocco e Spada, Spinelli, tutte interconnesse fra loro da un legame di criminalità, che svolgono, principalmente nelle periferie di Roma.Occupano un ruolo primario nel settore dello spaccio di stupefacenti e nelle attività usuraie che praticano sopratutto attraverso società finanziarie e di recupero crediti, create ad hoc per le truffe.Gli esponenti del clan, Enrico, Luciano, Antonio, Guerino, Casamonica sono collegati a Enrico Nicoletti , il cassiere della banda della Magliana, condannato insieme a Enrico Casamonica perreati di estorsioni compiuti ai danni delle attività commerciali del litorale romano. Dalle indagini della magistratura, è emerso un radicamento dei Casamonica, nella borgata Romanina, un quartiere della periferia romana.È qui che il clan ha costruito il proprio mercato illecito mediante il traffico della droga, esteso a tutta l’area sud di Roma e dei Castelli Romani.Con il passare del tempo, è nata una vera e propria associazione a delinquere, che controlla in maniera capillare tutto il territorio, grazie ad una rete di pusher composto principalmente da donne. I Casamonica si sono estesi a macchia d’olio fino a diventare uno dei gruppi criminali più potenti del Lazio.Vivono in ambienti protetti da recinzioni, videocamere e vigilanza armata. Interagiscono con altri clan di stampo mafioso come il clan di Molè e Piromalli della ‘ndrangheta.L’indagine “Cent’anni di Storia”, nel luglio 2009,evidenziò anche un legame tra i Casamonica e Pietro D`Ardes, un imprenditore romano, ex direttore degli ispettori del Lavoro e presidente della cooperativa ‘Lavoro’.Le indagini della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria dimostrano che, attraverso i container delle navi transoceaniche che transitavano nel porto di Gioia Tauro, le mafie riuscirono a stipulare numerose alleanze criminali tra i Casamonica, i Piromalli e la famiglia mafiosa degli Alvaro.Le accuse formulate dai pm nei confronti dei Casamonica, sono di associazione a delinquere per traffico di droga, usura, estorsione, riciclaggio e truffa come risulta dall`ordinanza “Mondo di Mezzo” emessa contro il gruppo guidato da Massimo Carminati che attraverso la Cooperativa Ati 29 giugno di Buzzi Salvatore, aveva acquisito l’appalto per l’ampliamento e la gestione del Campo Nomadi di Castel Romano.L’organizzazione di Carminati si avvalse dell’aiuto del clan, pertenere sotto controllo i problemi che sarebbero potuti sorgere con i nomadi. Negli anni i Casamonica hanno operato anche con alcuni esponenti della camorra tra cui il clan di Benevento, guidato da Domenico Pagnozzi.In alcuni casi il gruppo Pagnozzi riesce ad imporsi sul clan Casamonica per le attività di recupero crediti dovuti a debiti derivanti dal commercio di stupefacenti. L’inchiesta Tulipano della Dda di Roma portò all’ arresto di Pagnozzi e il clan Casamonica poté così ristabilire nuovi rapporti tra le varie correnti criminali.Il fastoso funerale del capostipite Vittorio Casamonica, celebrato il 19 agosto del 2015 nel quartiere Tuscolano, servi’ a consolidare i nuovi equilibri criminali nati sul territorio.Un mese dopo Salvatore Casamonica viene tratto in arresto con l’accusa di tentata estorsione nei confronti del titolare di un pub, in zona Tuscolano, che ha avuto il coraggio di denunciare.A seguito della denuncia dopo il pestaggio ad unaragazza disabile e del proprietario del bar nel quartiere Romanina, ieri sono stati tratti in arresto, con l’accusa di lesioni, minacce e danneggiamento aggravate dal metodo mafioso Antonio Casamonica, Alfredo, Vincenzo ed Enrico Di Silvio.Grazie alle denunce e alle testimonianze contro gli Spada, legati ai Casamonica, torna a riaccendersi l’attenzione sull’infiltrazione mafiosa nei territori della capitale.Tra le vittime del clan, anche la giornalista di Repubblica, Federica Angeli, che a seguito di un dossier raccolto sugli Spada è stata oggetto di intimidazioni e da cinque anni vive sotto scorta.