CHAMPIONS: INTER, UNA LEZIONE ATTESA MA CHE DEVE SERVIRE

CHAMPIONS: INTER, UNA LEZIONE ATTESA MA CHE DEVE SERVIRE

La sconfitta era attesa ma  deve fare scuola: in Champions serve di più. In pochi pensavano ad un’impresa a Barcellona, ma le attenuanti non superino l’ambizione di colmare il gap con le big. Alzi la mano chi si attendeva una vittoria al Camp Nou: i più ottimisti se ne facciano una ragione, erano in minoranza. La sconfitta dell’Inter a Barcellona non ha destato stupore e rassegnazione nei tifosi nerazzurri, anche i numeri riferiti alle partite vinte dal Barcellona senza Messi, 21 in 27 gare, non aprivano a grande ottimismo, anche perché la classifica del gruppo B sorride comunque, ma ha fatto bene Spalletti a dare poche attenuanti alla squadra: se si vuole colmare il gap con le big in Champions League serve (molto) di più. Detto che anche il tecnico può aver sbagliato qualche scelta iniziale – Borja Valero e Candreva non hanno convinto, meglio Politano (entrato per l’italiano) e Keita (che ha dato il cambio a Perisic) e concesso che le condizioni fisiche non erano per tutti ottimali, il vero problema dell’Inter è stato l’atteggiamento timido e vagamente verso una squadra che è una potenza mondiale ma che aveva dimostrato di non essere al top (due vittorie, quattro pareggi e una sconfitta nelle ultime sette partite prima di ieri sera) e con Messi costretto a guardare il match dalla tribuna. Ma a dire il vero se pensassimo che l’errore stesse solo nell’atteggiamento forse si trascurerebbe il grande divario tecnico e di esperienza che esiste oggi fra le due squadre. Per tenere palla e palleggiare, serve una base tecnica importante, e per giocare con personalità al Camp Nou serve esperienza internazionale da Champions, e sono due requisiti che nell’Inter ancora difettano. Tottenham e Psv Eindhoven avevano parzialmente fatto scordare che gran parte della rosa nerazzurra è al debutto in Champions perciò questa sconfitta, seppur più netta di quanto dica il risultato, (ditelo ad Handanovic ) deve essere interpretata come occasione di crescita più che come “prevista alla vigilia” e quindi archiviata come passo falso inevitabile. Gli alibi non devono mettere in secondo piano l’ambizione di voler colmare il gap con chi domina oggi il calcio europeo, e le sconfitte devono invece far parte di un percorso di crescita. La prova di San Siro, il prossimo 6 novembre, dirà molto in tal senso: due settimane dopo questa lezione e con la spinta di San Siro devono uscire la voglia di andare oltre il compitino, e non la cristiana rassegnazione di essere inferiori al Barcellona. Il +5 sul terzo posto del gruppo mette l’Inter in una condizione invidiabile ma perdendo anche il “ritorno” contro il Barça il margine sulla qualificazione agli ottavi potrebbe scendere a due punti e il livello di tranquillità si abbasserebbe di conseguenza.La “pazza” Inter naviga spesso fra cadute rovinose e imprese titaniche, ma sarebbe consigliabile non arrivare all’ultima partita con il Psv per decidere la qualificazione. Serve si’ quel coraggio reclamato da Spalletti…