FIOENTINA – ROMA 1-1. LA CONFUSIONE DEL VAR E DELLA ROMA
Finisce in pareggio l’anticipo di Serie A al Franchi fra Fiorentina e Roma, dopo una gara costellata di episodi ed errori. La squadra di Pioli sfrutta l’occasione del rigore “generoso” concesso per il “tocco” di Olsen su Simeone in area, e resiste all’assalto di una Roma senza dubbio volitiva e grintosa, ma tecnicamente in confusione totale. La gara inizia vivace, la Roma domina il campo, la Fiorentina difende ordinata e riparte affidandosi all’inventiva di Chiesa, mentre Di Francesco stupisce tutti mettendo Zaniolo dietro a Dzeko, indisponibile De Rossi. La Roma attacca, ma con poca trama. Dzeko banchetta su un assist al bacio di Pellegrini, confermando un percorso imbarazzante in campionato: due reti in undici gare. Poi ci si mette Under, che svirgola un pallone inverecondo all’indietro mandando Simeone solo contro Olsen, che va coi guanti per terra. Contatto e Banti fischia il rigore. Ora, una parentesi critica. Il tocco, ammesso che ci sia, è lievissimo. Non solo, uno scarpino di Simeone già in caduta libera colpisce la fronte del portierone, atterrandolo definitivamente. Con il mezzo tecnologico del VAR a disposizione, non andare a rivedere un’azione simile è segno di poca professionalità, secondo il sottoscritto. È il rischio che il VAR diventi anch’esso strumento fazioso utilizzato o ignorato al variare dell’umore dell’arbitro, o chissà di cos’altro. Questa tecnologis deve essere usata sempre e comunque allo stesso modo per tutti, o diventa esoressione della… sudditanza psicologica? Resto nel politically correct. Comunque, decisa la situazione in favore del rigore, Simeone trasforma e la gara per Di Francesco è bella che impiccata. Si, la Roma per una volta reagisce, è vero, nel senso che passa tutto il secondo tempo a correre. Ma i tentativi dei giallorossi sembrano più ansia e terrore del baratro che azioni di calcio ragionate, dettate da una confusione tecnica disarmante. Facile puntare il dito contro Di Francesco, che soluzioni, certo non ne trova. Ma ad un allenatore che gioca con le mezzali non si comprano cinque trequartisti. Non si nega l’esterno destro, che sia Malcom o Berardi. Aleggia minacciosa l’assenza di Strootman. Comunque, il secndo tempo va così. Catenaccio viola, assalto all’arma bianca giallorosso, con Chiesa che rischia di sbaragliare i sogni di rimonta, non fisse per Simeone poco reattivo, e Florenzi che la pareggia all’85’ per un fortunoso rimpallo in area. Al triplice fischio, nessuno in casa Roma è contento. Nota di merito a Hugo, che ha giocato una gara sorprendentemente attenta e precisa, come nota di demerito va ad Under, che regala un gol scelleratamente e poi decide di rimediare sparendo dal campo. Insufficienti i cambi: Under era da togliere, Schick è, in una situazione come questa, totalmente inutile. Juan Jesus è il caso particolare: non gioca mai, ma quando gioca sbaglia poco o niente. La morale della serata è che Pioli guadagna un punto e la Roma ne perde due. La situazione è ormai ad un passo dal non ritorno, la testa della classifica è inarrivabile, e Di Francesco è appeso un filo. Forse Pallotta, Baldissoni, Baldini, Monchi dovrebbero un secondo guardarsi in faccia, e capire che se cambia il settimo allenatore in sette anni…
