I LAVORI DEL FUTURO E LA DUCHESSA DI DEVONSHIRE

Più di cento anni fa, siamo nell’Inghilterra degli inizi del Novecento, George Bernard Shaw, allora autorevole esponente della Fabian society, andava denunciando con vigore i fasti e gli sprechi dell’alta società, insulti alla miseria dei lavoratori. Gli rispose, piccata, una duchessa (credo di Devonshire), facendo presente che erano proprio le spese dell’alta società a dare lavoro a tante persone. Allora Shaw liquidò la questione con qualche battuta di spirito. E la tesi dell’improvvida donna finì nel dimenticatoio.A rammentarcela, però, sono i dati sull’evoluzione dell’occupazione americana negli ultimi anni, pubblicati da “Internazionale” (28/9) e, non a caso, non ripresi da nessuno. Secondo questi dati, assolutamente ufficiali, le uniche attività che hanno registrato un aumento dell’occupazione sono, in ordine decrescente: servizi alle persone (leggi badanti), infermieri, assistenza domestica, preparazione pasti, commercio al dettaglio, aiuto infermieri, cuochi, dirigenti d’azienda, operai edili. Categorie, tutte sottopagate (a eccezione, beninteso, della penultima…)Tutte le altre, che si tratti della manifattura o del terziario tradizionale o avanzato, registrano un segno meno; e nel paese economicamente e tecnologicamente più avanzato del mondo.Dati che presento senza alcuna pretesa di commentarli o di inserirli in una qualche visione del futuro. Perché vivo, come tutti, in una situazione di paralisi concettuale rispetto ad un futuro radicalmente diverso che si accetta o si respinge ad occhi chiusi nella collettiva rinuncia della politica ad affrontarlo e progettarlo.Dico soltanto che, alla luce di questi dati, la duchessa di Devonshire una qualche ragione da vendere ce l’avrebbe.