IL BUIO, A PISTOIA

È buio a Pistoia. Un buio cupo, gelido malgrado il caldo di questi pomeriggi. Una delle città più “belle” del Paese, la capitale della cultura, la città del dialogo, del confronto, si ritrova a fare i conti con un potere che non intende ragione. Che non cerca la soluzione umana.Ed in questo il nuovo potere politico trova il consenso di troppi indifferenti che consentono di fare quello che un tempo nessuno avrebbe immaginato È arrivato, il giorno, il momento in cui il Comune di Pistoia ha notificato al parroco di Vicofaro, don Massimo Biancalani, un’ordinanza che impone la cessazione dell’attività di accoglienza nei locali della canonica.I ragazzi gli ospiti della comunità adesso saranno costretti a dormire in Chiesa.Il provvedimento scatta dopo controlli, dei giorni scorsi, effettuati da questura, Asl, vigili urbani e Vigili del fuoco, che hanno mostrato l’inidoneità della struttura a ospitare così tante persone. Dopo lo spostamento di 12 migranti afferenti al progetto del Cas nella canonica di Ramini, a Vicofaro erano rimaste un’ottantina di persone. Secondo i controlli di Vigili del fuoco e Asl risultano inadeguati cucina e caldaia ma ci sarebbero pure problemi di sicurezza antincendio. Situazioni da attenzionare da rimediare ma simili a tante altre strutture che non hanno avuto un così alto accanimento nei controlli “Impugneremo il provvedimento al Tar – ha commentato don Biancalani in una conferenza stampa convocata subito dopo che la Municipale gli ha consegnato l’ordinanza – Parlerò coi ragazzi, molti tornano la sera perché durante il giorno hanno dei lavoretti. Porteremo i materassi in chiesa”.La città che aveva toccato la possibilità di elevarsi sceglie la strada del muro, nessuna attenuante, nessun rinvio, la Chiesa non può spingersi oltre, deve piegarsi e quel parroco “colpevole” di seguire il Vangelo corre il rischio di esser lasciato soloDispiace che questo avvenga nella città resa famosa da quel monumento all’umanità del 1500 ch’è l’Ospedale del Ceppo.Altri tempi, azzarderà qualcuno, ma stupisce che qualcuno già allora, si ricordava di “celebrare” la misericordia.Quel Santi Buglioni volle che Pistoia avesse ben chiaro che la città non si sarebbe dimenticata degli ultimi e per questo ecco ben rappresentate le sette opere di misericordia: Vestire gli ignudi, Assistere le vedove e gli orfani, Alloggiare i pellegrini, Visitare gli infermi, Visitare i carcerati, Seppellire i morti, Dar da mangiare agli affamati, Dar da bere agli assetati.Un impegno rafforzato da immagini che intervallate dalle figure di Virtù: Prudenza, Fede, Carità, Speranza e Giustizia.Altri tempi, altri cose da non confondere