IL MERCANTE IN FIERA DI SALVINI SUI MIGRANTI: DIARIA A 19 EURO
L’obiettivo della riduzione dei costi degli immigrati nel nostro Paese, quelli che sono in attesa di vedersi riconosciuto lo status di profugo, è stato subito dichiarato da Matteo Salvini, appena insediato al Viminale.Chiese infatti immediatamente una panoramica completa e dettagliata ai vari uffici competenti. Il ministro dell’Interno non si limitò a controllare i dati dei costi e delle spese relative, ma valutò, confrontandoli, anche i dettagli inerenti a tale materia relativi agli altri Paesi Europei. L’Italia non è il Paese che spende di più, ad esempio in Finlandia come nel Belgio, la spesa giornaliera è di 50 euro. Naturalmente ci sono invece Paesi che spendono meno, come la Francia, l’Austria o la Polonia, che contengono la cifra entro i 25 euro. Malgrado “leggende metropolitane” raccontino di cifre gonfiate (si parla di 40, 50 o addirittura 60 euro), che finirebbero nelle capaci tasche degli immigrati, occorre riportare tutto alla realtà, tutto ciò è ovviamente falso, va precisato che dall’importo che è di 35 euro, solo 3 vanno direttamente nelle loro mani, il resto serve per pagare vitto e alloggio, il vestiario, per la tutela sanitaria e per il cosiddetto “sostegno per l’integrazione”, per esempio per i mediatori linguistici.Insomma i 35 euro sono gestiti nella quasi totalità dai centri di accoglienza (Cas e Sprar). Salvini è orientato ad una riforma di tutto il sistema dell’accoglienza e gli obiettivi sono due: in primo luogo punta ad una considerevole riduzione dei costi, ma la riforma costituirà pure un giro di vite che tenderà a contenere la possibilità di ottenere un permesso, cioè si andrà a far leva sugli elementi che determinano tale diritto… Sulla riduzione della casistica, per ora non è dato sapere come e cosa andrà eventualmente a limare il Viminale e quindi, appare inopportuno e oltremodo aleatorio azzardare ipotesi o peggio ancora, delle critiche. Sul taglio che, come affermato dal ministro, inciderà circa della metà (da 35 euro si passerebbe a soli 19), si può invece disquisire e valutare se con una cifra così contenuta, Comuni, prefetti e soprattutto gli operatori del settore, saranno in grado di mantenere tutto il “sistema accoglienza”. Forse il ministro “fa il gioco del mercante in fiera” e la “spara grossa” per poi arrivare ad un risultato più equo. Ma trattandosi di Savini, siamo abituati ad i suoi eccessi ed alla sua intransigenza sul tema immigrazione. Si spende troppo e male sostiene, poi spiega che grazie al taglio di questa spesa, il Governo andrebbe a risparmiare nel 2019 circa 400 milioni, che salirebbero oltre i 500 nel 2020 e supererebbero i 600 milioni per gli anni successivi.Ma gli analisti, spiegano che essendo il flusso migratorio in diminuzione, lo sono anche le relative spese, smentendo così implicitamente le previsioni sul risparmio indicate dal vicepremier. Tecnicamente il progetto di riforma della Lega, illustrato anche nel Decreto sicurezza, è di un’accoglienza diversificata (detto brutalmente: un’accoglienza di serie A ed una di serie B).In pratica si andrebbe a concedere gli “extra” cioè il sostegno per l’immigrazione ed i programmi di inclusione sociale ai soli migranti ai quali viene riconosciuta una forma di protezione ed anche ai minori.In ragione di tutto questo, è stato firmato un protocollo d’intesa tra l’Anac (l’Autorità anticorruzione) ed il Viminale. Sara quindi Raffaele Cantone, il magistrato che presiede l’Anac che curerà il modello per i bandi e le gare d’appalto che verranno poi pubblicate dalle prefetture che fisseranno la base d’asta per la spesa giornaliera.Va detto per dovere di cronaca, che tale base, ipotizzando la quota dei 19 euro, prevede la possibilità di lievitare fino ai 25 euro. A breve, il 7 novembre, sarà discusso al Viminale il provvedimento e saranno presenti tutte le Parti interessate, dagli operatori del settore, alle regioni, dai Comuni, alle province. Tutti, a cominciare dal ministro, porteranno sul tavolo le proprie ragioni ed è facile ipotizzare che non sarà un incontro semplice, perchè senza voler speculare con facili battute, è chiaro che ci sarà chi vedrà scricchiolare la propria “impresa” di gestione dell’immigrazione e chi proverà a sostenere la linea dura del “prima gli italiani”.
