IL PIANO B DI WALTER ZENGA

IL PIANO B DI WALTER ZENGA

Tutti progettiamo piani alternativi (manco fossimo Renzo Piano) nell’eventualità che qualcosa vada male; il famoso piano B al quale il più delle volte non abbiamo bisogno di ricorrere perché il lato B ha funzionato meglio del piano. Non è così per Walter Zenga, succeduto, da venerdì 12 ottobre, a Stefano Vecchi sulla panchina del Venezia.L’uomo ragno riparte dalla B per scalare la classifica e raggiungere il “piano” A. È una vita complicata quella dei super eroi, sempre con l’arduo compito di dover salvare qualcuno o qualcosa e, a volte, anche se stessi.Lo sa bene l’ex portierone dell’Inter il cui compito è di togliere dalla zona calda della classifica il Venezia di Tacopina. Per riuscire nell’impresa ha voluto accanto a sé il fido scudiero Benny Carbone con il quale aveva condiviso gioie e dolori durante lo scorso campionato.Aveva lasciato il Crotone dopo la retrocessione ma non il cuore, l’affetto e la stima dei tifosi che ne hanno riconosciuto il lavoro, la tenacia e il valore come allenatore e soprattutto come uomo. Chiamato da Tacopina, mentre era a Dubai con la famiglia, Zenga ha preso il primo aereo per Venezia, la città più romantica del mondo ed è arrivato, senza valigie ma con tanto entusiasmo (sembra l’inizio di una storia d’amore, almeno i presupposti ci sono tutti, compresa la gondola). Si è lasciato convincere e ha convinto, “stracciando” il biglietto di ritorno. Ora come allora, l’uomo ragno è uno che nella vita si tuffa come quando era tra i pali, che non “vola” più per difendere la sua porta ma vola da un Paese a un altro (Stati Uniti, Romania; Serbia, Turchia, Inghilterra, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Italia) per rincorrere il suo sogno.Riesce a trascinare e a trasmettere quella grinta che possiede solo chi ha dovuto sudare tutte le maglie, a partire da quella con il numero 1, quella stessa grinta che dovrà trasmettere ai suoi giocatori dal fischio di inizio di oggi alle 15, contro l’Hellas Verona. I giocatori ci sono e la capacità di Zenga è di renderli una squadra, unita e convinta dei propri mezzi, come pochi sanno fare. Auguriamo a Zenga di far tremare le squadre avversarie come lui sa fare, non solo Enrico Varriale.