IN QUEL SORRISO LA LOTTA SENZA TREGUA AI VERI MALI DEL PAESE

IN QUEL SORRISO LA LOTTA SENZA TREGUA AI VERI MALI DEL PAESE

Con la sua curiosità romperà gli schemi, come quella volta che in modo del tutto naturale e commovente, chiuderà, con un bacio, l’intervista alla mamma del giovane Antiochia, un poliziotto ucciso da criminali mafiosi. Con un sorriso disarmante Mauro offriva al suo pubblico cose concrete che nuocevano agli affari e agli intrighi dei mafiosi e dei potenti. Come altri hanno avuto a dire, la sua era una iniezione di autentica fiducia che genera indignazione per il cittadino/spettatore. Ma tutto questo non poteva certo andare oltre.E sarà proprio quel 26 settembre che ricordiamo, di quel 1988, che Rostagno dovrà pagare con la vita la sua passione sociale, l’impegno e il coraggio. Lo assassineranno in un agguato in contrada Lenzi, a poche centinaia di metri dalla sede della Saman, all’interno della sua auto, una Fiat bianca, alcuni uomini nascosti ai margini della strada. Rostagno morirà così all’età di 46 anni, vittima della mafia e dei poteri oscuri che governano la vita del Paese. Come per altri delitti eccellenti, scomodi, non mancheranno depistaggi veri e presunti. Ed un lunghissimo percorso giudiziario. Sta di fatto che la vicenda si concluderà nel maggio del 2014, presso la Corte d’Assise di Trapani, presieduta da Angelo Pellino, con la condanna in primo grado all’ergastolo dei boss trapanesi Vincenzo Virga e Vito Mazzara, accusati entrambi dell’omicidio di Rostagno. Al tempo, la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, acquisì le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Secondo uno di questi, Vincenzo Sinacori, ex esponente di spicco della cosca di Mazara del Vallo, l’omicidio Rostagno fu determinato dai suoi interventi giornalistici di denuncia che davano fastidio agli esponenti di Cosa Nostra nella provincia di Trapani. Pare che al momento in cui fu discussa la sua eliminazione partecipasse anche l’attuale ricercato numero uno del Paese, Francesco Messina Denaro, all’epoca rappresentante mafioso della provincia di Trapani ed anche Francesco Messina, detto Mastro Ciccio, mafioso di Mazara del Vallo con altri boss. E pare che sia stato proprio Messina Denaro a dare l’incarico a Vincenzo Virga, al tempo capo della cosca di Trapani e del relativo mandamento, perché provvedesse all’uccisione di Rostagno.