LE RAMPE DEL PONTE DI VIA LIBIA

LE RAMPE DEL PONTE DI VIA LIBIA

Pattinare.Schettinare.E soprattutto lo skateboard.La Bologna delle rotelle, così veniva chiamata la nostra città verso la fine degli anni settanta, inizio anni ottanta.Anni fantastici con le ruote sotto ai piedi, anni pericolosi.In quegli anni si usava salire in cima alla struttura del Ponte di Via Libia e ci si lanciava giù per le strette discese del ponte.“Le rampe”, così le chiamavano i bolognesi.Si gareggiava in velocità.Uno da una parte, uno dall’altra.Una rapida discesa di un secondo, adrenalinica.Una cosa assurda che se ci penso mi vengono i brividi.Roba che se un bambino di adesso la facesse, chiamerebbero i vigili, cosa che poi avveniva anche allora, ma si riusciva a fuggire e nessuno fu mai beccato o identificato.Sui giornali si parlava di questo “sport” folle, del degrado della città, di Bologna che non era più quella di una volta, ma i ragazzini continuavano a salire sulla struttura del ponte e a lanciarsi giù con gli skate.Questo delirio ebbe fine una mattina di giugno del 1981, quando Giuseppe Esposito detto “Crodino”, un bambino di dieci anni del Pilastro, salì in cima alla struttura del ponte e si lanciò in velocità dalla discesa lato “Cavallazzi”. Lo skate finì in strada, Crodino pure e fu investito da una Fiat Ritmo. Per il cinno non ci fu niente da fare.Fu grazie a quell’episodio che l’epoca degli skate a Bologna terminò bruscamente. Due giorni dopo l’accaduto, il sindaco Zangheri fece mettere del filo spinato (visibile ancora adesso) e i ragazzini smisero di usare il Ponte di Via Libia come rampa per gareggiare in velocità.Anni di merda, veramente.