L’ILLUSIONE DI RIFUGIARSI NELLE PICCOLE PATRIE CONTRO IL PREDOMINIO DEL GRANDE CAPITALE

L’ILLUSIONE DI RIFUGIARSI NELLE PICCOLE PATRIE CONTRO IL PREDOMINIO DEL GRANDE CAPITALE

Dire che oggi il PCI sarebbe definito “sovranista” mi sembra un assoluto non senso.Ogni formazione politica opera nel tempo ed evolve al ritmo dei cambiamenti strutturali e sovrastrutturali.Il trentennio glorioso corrispondeva ad una fase dell’evoluzione del capitalismo e ad un quadro di relazioni internazionali che non ha nulla, ma proprio nulla a che vedere con la situazione odierna.La produzione e il consumo avevano la loro base fondamentale nello spazio degli Stati nazionali, il capitale non era libero di transitare a suo piacimento, il motore dell’economia non era compiutamente finanziario.Esistevano l’URSS, la decolonizzazione e il Movimento dei Non Allineati.La collocazione della sovranità era una conseguenza di questi fatti, nonché dei rapporti di forza fra le classi.Oggi il capitale è compiutamente privo di un riferimento nazionale, perché la condizione della sua valorizzazione è esattamente la possibilità di interpretarsi sul piano globale.La finanza è l’unico reale vettore della produzione di valore, con le merci ridotte a medium dei corsi di Borsa.Esiste un’unica, compiuta superpotenza, che non ha tuttavia a sua volta alcun controllo reale sulle corporation residenti.Alla domanda “chi è il sovrano” oggi più che mai si può rispondere in un solo modo: il Capitale, che regna attraverso le proprie intrinseche regole di funzionamento.Pensare che ad impensierirlo possa essere in qualche modo un qualsiasi Stato europeo è semplicemente ridicolo, e non a caso il sovranismo finisce sempre per esercitare il proprio dominio esclusivamente sui corpi degli esclusi e dei marginalizzati.Chiederci invece quali siano i soggetti sociali da coalizzare nella classe antagonista, e quale forma organizzata si possa darle per portare il conflitto al livello adeguato dovrebbe invece essere il nostro primo e unico compito.Significa questo negare l’opportunità di concorrere alla conquista di ciò che ancora deposita del potere politico nelle istituzioni locali, nazionali e sovranazionali?Assolutamente no, dato che ogni briciola di potere è utile per chi si dia l’obiettivo di scontrarsi con un Capitale mai così forte e pervasivo.Significa tuttavia rifuggire dall’illusione che ritornare alle patrie, grandi o piccole, possa essere un piccolo passo nella direzione giusta, quando è invece un grande salto in quella sbagliata.