MIMMO LUCANO. PIU’ CHE GIUDIZIARIO E’ UN CASO POLITICO
Mimmo Lucano non è più ai domiciliari.Ma gli è stato vietato di abitare nel comune di cui è sindaco. Mentre alla sua compagna è stato imposto il contrario, ovvero di vivere a Riace e firmare ogni giorno per confermare la propria presenza. Nel frattempo, una circolare del Ministero dell’interno dispone la ricollocazione di tutti gli immigrati presenti in paese. Questo, a fronte di un giudice per le indagini preliminari che afferma che “non esistono evidenze di reato”. E così diventa (dovrebbe diventare) chiaro a tutti che ciò che sta accadendo attorno a Mimmo Lucano è politica, non giustizia.Lucano è un nemico, per questo governo.È la dimostrazione vivente che un diverso sistema di accoglienza non solo è possibile, ma può rappresentare anche un volano per l’economia e per il benessere di tutti, in alcuni casi. Forse, più che altro, dovremmo iniziare ad aprire gli occhi su quello che sta accadendo attorno a noi.Adesso, in questo momento. Noam Chomsky parlava di questa esatta situazione nel suo “Principio della rana bollita”: “Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita.Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone”. Adesso dobbiamo solo decidere se saltare fuori dal pentolone o morire felici e bolliti.
