SPALLETTI NON E’ IL PROBLEMA PER L’INTER. L’INTER E’ UN PROBLEMA PER SPALLETTI

SPALLETTI NON E’ IL PROBLEMA PER L’INTER. L’INTER E’ UN PROBLEMA PER SPALLETTI

Dopo una settimana di ”crucifige” , ora Spalletti si può godere una bella vittoria con tre punti fondamentali nella corsa Champions. A volte il confine fra sconfitta e vittoria è veramente labile e, purtroppo, un palo-gol o un palo-fuori, cambia decisamente i giudizi. Immaginate se Asamoah non avesse “ parato”  la conclusione di Zielinski, cosa sarebbe successo? Che commenti e che deduzioni avrebbero trovato i super critici? L’Inter avrebbe probabilmente perso, con il Napoli in 10, e la buona prestazione fatta dai neroazzurri sarebbe sparita, ovviamente Spalletti avrebbe ancora una volta sbagliato i cambi, e Ancelotti sarebbe stato il solito fenomeno.Perché delle prestazioni non frega nulla a nessuno, conta sempre e solo il risultato.Ieri invece ha vinto, quindi indovinato i cambi: Cross di Keita, velo di Vecino, gol di Martinez, perfetto. La settimana prima l’Inter aveva fatto una discreta gara a Verona, controllato la partita, concedendo una sola palla gol, ad una squadra che , per fare un esempio, aveva fatto due gol anche alla Juve, ma al 91’ un errore individuale della coppia centrale neroazzura, una delle migliori in Italia e in Europa, aveva permesso una “ spizzata” e concesso un gol ad un bravo giocatore di 40 anni, e così, niente vittoria e solo critiche, stagione fallimentare, pilota inadeguato per una Ferrari ( sic), allenatore che non sa leggere le partite ne fare i cambi, insomma da cambiare subito, anzi prima di subito. Il Napoli invece portava a casa i tre punti con la Spal, in una partita più o meno simile a Verona, concedendo più opportunità alla Spal e salvava la vittoria grazie ad una parata prodigiosa di Meret: naturalmente Ancelotti fenomeno e zero critiche. In settimana poi scoppia il caso Nainggolan e le colpe sono ovviamente tutte di Spalletti che lo ha voluto: poco importa se Spalletti ha voluto Nainggolan, ( era sicuramente consapevole dei suoi difetti) perché era l’unico giocatore importante che si poteva permettere l’Inter, impegnata nelle ristrettezze del Fpf. La Roma lo cedeva senza chiedere soldi, l’Inter poteva prenderlo senza pagarlo, certo sacrificando Zaniolo, una promessa esplosa nella Roma solo per il flop di Pastore e l’infortunio di Pellegrini, l’Inter sapeva che era forte, non a caso lo aveva pagato 3 milioni dall’Entella ( una cifra esagerata) ma era l’unico modo per rinforzarsi e non spendere, e aggiungendo anche Santon, realizzando un’ottima plus-valenza che aggiustava il bilancio. Fra l’altro Nainggolan, quando è stato bene ha risolto la partita di Bologna con il primo gol e aveva pure risolto quella di Genova con la Sampdoria, gol poi annullato per un precedente e ininfluente fuorigioco di Icardi. Però tutto quello che combina Nainggolan fuori dal campo è colpa di Spalletti che fra l’altro è lui stesso che chiede alla Società di intervenire e sospenderlo, come ha dichiarato ieri sera Marotta. Spalletti ha un suo modo di comunicare, particolare, che evidentemente non piace ai media, quindi appena si può, gli si dà addosso, così raccontando favole e gettando discredito, citando punti in meno, indicandolo come antagonista della Juve, raccontando che l’Inter è una formula uno ma che non ha un pilota adeguato, e altre fesserie. I punti di distacco, quelli in meno, o quelli in più, si contano alla fine, come la posizione in classifica, il resto sono tutte chiacchiere tendenziose. Ad un allenatore una società chiede di centrare gli obiettivi prefissati, chiede di valorizzare il parco giocatori, chiede di fare giocare la squadra meglio possibile, poi certo se vince , meglio, ma bisogna essere chiari, si può vincere quello che è alla portata e non quello che dista anni luce. Ditemi ora quali sono di questi tre parametri quelli che Spalletti non ha per ora centrato? Anno scorso l’obiettivo era il ritorno in Champions, e lo ha centrato pur con una rosa inferiore a quella della Lazio. Arrivato a Milano aveva trovato una squadra fuori dall’Europa, eliminata l’anno prima dal Quarabaq, e reduce da tre cambi di allenatori fallimentari, con uno spogliatoio dove regnava l’anarchia e con giocatori tutti contestati e allo sbando: Icardi, il migliore non poteva entrare a San Siro perché la curva lo fischiava, Santon e Ranocchia erano insultati su tutti i social, Brozovic ai margini dei titolari doveva essere ceduto, lo stesso Handankvic era contestato, e la squadra non riusciva a fare tre passaggi consecutivi, ecco questa era l’Inter all’inizio della gestione Spalletti, con una società che non aveva un soldo ma era super indebitata e nelle mani di Thoir che esigeva di rieavere indietro il suo prestito: zero soldi per acquistare giocatori, solo prestiti. Compie una stagioni per certi versi miracolasa: in testa per quasi tutto il girone di andata, imbattuta con Napoli e Juve, con una rosa di pochissimi giocatori, e solo tre difensori centrali, riesce comunque a prendere in mano la situazione e la guida al quarto posto, cercando, anche senza riuscirci troppo, di farla pure giocare alla meno peggio.In ogni caso obiettivi raggiunti, e giusta riconferma. Si ritrova finalmente con un terzino forte Cancelo e un trequartiste di classe, Rafinha, ma non li può riscattare, l’Inter prima del 30 giugno deve solo incassare soldi. Si era ritrovato con due acquisti fatti, non da lui, come Kondobia e Joao Mario, costati una tombola, uno si riesce a venderlo e uno, deve tenerlo per forza, altrimenti ci sarebbe una minus- valenza letale, ora Joao Mario è di nuovo un giocatore apprezzato e apprezzabile, grazie a Spalletti.E che dire di Brozovic da giocatore indesiderato e fischiatissimo a play apprezzatissimo, e anche lì con il fatto in casa si risolve il problema. I media però devono trovare un antagonista, che non c’è, per la super Juve e chi meglio della corazzata Inter che ha comprato persino Politano, grazie al Sassuolo che prende in cambio giocatori e accetta dei pagherò,? Così come accade che inizia male, perde con merito a Sassuolo, e immeritatamente in casa con il Parma, ecco già tutti che danno addosso all’untore, e contano i punti in meno rispetto ad anno scorso e i punti di distacco con la Juve, – 16, una cosa inaudita, vergognosa. Poi se anche è stabilmente terzo e con un discreto vantaggio sulla quinta, questo non conta, sono le altre che hanno il demerito di andar male, se invece la Juve le vince tutte le colpe è dell’Inter che sta a – 16. Ovviamente solo chi mastica calcio capisce invece che il percorso di crescita c’è e si vede: l’Inter sta diventando squadra, e sta studiando da grande squadra. Gioca a calcio, decorosamente bene, ovvio non sempre, è compatta in difesa, imposta sempre dal basso, prende pochi gol, ne fa abbastanza e con più giocatori, ora Icardi fa ancora gol ma si capisce che è un’altro giocatore, perché Spalletti lo sta guidando a fare anche movimenti a ritroso, ma questo importa poco, se perde con la Juventus con il minimo scarto, e non demeritando ha comunque perso , perché poi sbaglia Asamoah che se era buono lo teneva la Juve.Ma l’Inter si è rinforzata anche con Asamoah, e con De Vrji senza spendere, e se poteva avrebbe preso pure Lickstainer e Marchisio, perché le riserve della Juve, nell’Inter, farebbero i titolari, tanto per capire le differenze. E se in Champions, partendo in quarta fascia, trova il girone della morte e comunque arriva a pari punti del Totthenam, che è secondo nella Premier, e va fuori per un gol in meno, e per tre pali, quello preso dall’Inter e i due presi dal Barcellona con gli inglesi, e si andava sul 2-0, è un fallimento da rimarcare.Certo l’Inter avrebbe dovuto battere il Psv, ha sbagliato partita, ha sbagliato Asamhoa, colpa di Spalletti? O colpa di giocatori che non sono ancora abituati a giocare certe gare e hanno pagato la tensione, e fra l’altro il grande Totthenam con il Psv aveva vinto al 94’ dopo che al 88’ perdeva 0-1. Tutto fa brodo se si vuole osteggiare un allenatore, poi che allenatore è? In Italia non ha vinto nulla! Mi piacerebbe leggere l’elenco dei tecnici italiani che in Italia hanno vinto negli ultimi 20 anni senza aver allenato Juve, Milan e Inter.E comunque quando è andato all’estero dove ad esempio, il nostro attuale Ct ha fallito, lui ha vinto, e a Roma, è stato l’unico a tenere testa a quell’Inter di Maurinho che in quei tempi spopolava, e uno scudetto lo perse per una doppietta di Pazzini e le incredibili parate di Storari ( Roma-Sampdoria 1-2) altrimenti aveva recuperato 10 punti all’Inter , quell’anno. Poi ha trovato Totti, che si sa se a Roma lo metti in discussione sei morto, e da lì, anche da lì, i media ci hanno sguazzato: quello che ha fatto smettere Totti, e tante altre sciocchezze. In definitiva, a mio parere, Spalletti è uno dei migliori allenatori italiani, il migliore che ora l’Inter possa permettersi, perché sa gestire un gruppo, anche con forti personalità, sa costruire una squadra e sa darle un gioco, certo poi la differenza non la fa il gioco, ma la fanno sempre i giocatori, o meglio i campioni, e nell’Inter non c’è ne sono ancora tanti, e questo fa la differenza fra una grande squadra e una buona squadra.Magari nel confronto diretto la differenza si vede poco, si vince o si pareggia, per episodi o piccoli errori individuali, ma nell’arco del campionato la differenza viene fatta dalla capacità di vincere le partite sporche, quelle che giochi male, grazie ai tuoi campioni, e se ne hai pochi ne vinci poche. Solo per riferirsi a ieri: il centrocampo titolare dell’Inter con due giocatori come Borja Valero e Jao Mario, che uno per eta’, e uno per carattesrichiche non hanno più la gamba per tenere 90 minuti di grande livello, e che potrebbero essere solo da contorno in una grande squadra, ma non titolari, ma Spalletti sta valorizzando al massimo tutta La Rosa e questo è ancora un obiettivo centrato . Certo che se in quel centrocampo potesse avere uno come Jorginho e uno fra Allan e Zielinski, beh allora le cose cambierebbero, e non dovrebbe pure lui dire, le cose le facciamo bene ma non le finiamo , chissà perché? L’ultimo obiettivo è di centrare la posizione in classifica in linea con le proprie potenzialità e gli obiettivi fissati e credo che se centrasse il terzo posto sarebbe assolutamente in linea con questo. Poi ci sono cose che possono nobilitare una stagione: magari una semifinale in Europa League, una finale di Coppa Italia, un derby vinto, magari battere la Juve a San Siro che sarà già campione, non sono cose fondamentali ma impreziosirebbero una stagione.Concludendo ritengo che l’Inter con Spalletti stia veramente facendo un percorso di crescita e che non sia certo lui un problema, ma anzi, un valore aggiunto.