SPERANZA, UN PROGETTO CHE SUPERI IL PD E RECUPERI IL M5S A SINISTRA
Nella galassia della sinistra domenica mattina, a Roma, Antonianum a viale Manzoni, parte un nuovo tentativo di aggregare quello che i vecchi e nuovi partiti hanno diviso, frantumato.Riparte cercando nuova vitalità su quelle che si possono continuare a considerare le ceneri del Pd.A prima vista l’elenco di nomi e sigle che via via si sono succedute evidenziano quanto lungo sia stato il susseguirsi di iniziative che riportassero alla vitalità un progetto politico che pare sconfitto anche a livello globale.Vale davvero la pena di non citare i mille rivoli che si sono dispersi. Troppi davvero.Il rischio che si affaccia di nuovo è quello di crearne ancora un’altro, l’ennesimo partitino, dalle buone intenzioni ma con poca carica.Di questo Roberto Speranza è ben consapevole.La sua è un’ambizione grande e un disegno che, per ora, sembra una scommessa. “La sinistra è stata subalterna per troppo tempo. Ora va ricostruita. Quello che c’è, non basta. Non reggerà il Pd. E anche dentro i 5 Stelle prima o poi esploderà la dialettica sinistra/destra. Ci sarà una scomposizione delle forze in campo”. E quando avverrà, questa è la scommessa, i rossoverdi saranno pronti. “Il mio nemico è la destra che avanza e siamo interessati a parlare con chi vuole costruire l’opposizione più ferma possibile alla deriva a destra a cui stiamo assistendo”. L’assemblea che ha voluto organizzare domenica segnerà l’avvio di un progetto nuovo, una “forza eco-socialista e del lavoro”, spiega Speranza nel corso di un’intervista ad una agenzia di stampa:“Noi proviamo a fare un’operazione di natura sia culturale che politica. La premessa è che quello che c’è oggi nel campo della sinistra non è sufficiente, che il 4 marzo c’è stato uno tsunami e che le proposte che ci sono dal lato della sinistra non bastano per costruire l’alternativa di cui c’è bisogno. Per questo, lavoriamo per far nascere una forza eco-socialista del lavoro, ci mettiamo in movimento, iniziamo un percorso per costruire quello che in Italia quello che ancora non c’è”.Il primo obiettivo sarebbe quello di far nascere comitati promotori sui territori per questa nuova forza e poi tra gennaio e febbraio, radunate le forze, valutare lo sbocco organizzativo.A chi obietta il rischio di riproporre un nuovo LEU, Speranza risponde:“Per noi LeU doveva essere esattamente questo. Purtroppo non ci sono state le condizioni per arrivare a un congresso e dar vita a un nuovo soggetto della sinistra. Dentro LeU c’è chi pensa a un cartello elettorale della sinistra antagonista. Massimo rispetto, ma per noi va ricostruita una prospettiva nel paese. Serve una sinistra di governo e non una deriva settaria. Non sono queste le ragioni per cui ci siamo mossi. L’idea dell’ennesimo cartello della sinistra antagonista io la rispetto molto, ma non è la mia linea politica”.Sarà De Magistris il leader di quella sinistra ‘antagonista’?, gli viene chiesto:“Mi pare di sì. Ovviamente, non siamo nemici, ma non abbiamo la stessa prospettiva. La nostra ha una sguardo più largo”.Ma non c’è il rischio che il vostro progetto finisca per essere solo l’ennesimo partitino della sinistra?“No, perché è chiaro a tutti che quello che c’è, non basta. Non reggerà il Pd così com’è perché ci sono anime diverse che, nella condizione attuale, non possono stare più insieme. E anche dentro i 5 Stelle c’è una dialettica sinistra/destra che prima o poi esploderà. Ci sarà una scomposizione delle forze in campo che ci sono ora e noi lavoreremo per questa prospettiva”.Speranza, ma non è che alla fine tornate nel Pd se Zingaretti vince il congresso? Gli viene chiesto:“Il punto non è tornare nel Pd, ma capire che il Pd è figlio di un tempo che non c’è più, è figlio di un bipolarismo che non c’è più. E’ una storia destinata a essere superata. Detto questo, abbiamo il massimo rispetto per il loro complicatissimo dibattito di queste ore”.Dunque per Speranza il Pd è superato storicamente. E lo si vedrà in modo ancora più definitivo nei prossimi mesi. Per quanto Speranza ci sarà poi la volontà di parlare con chi vuole costruire l’opposizione più ferma possibile in risposta alla deriva a destra a cui stiamo assistendo. Il nemico è dunque la destra che avanza ma anche una una scomposizione del Pd e dei 5 Stelle che porterebbe ad un nuovo slancio di progettualità e consensi.Pensare ad un nuovo partito proprio adesso che Renzi sembra sul punto di lasciare il Pd per spostarsi ancora di più verso Berlusconi pare una contraddizione verso la quale Speranza non si sottrae al commento:“Penso che la sinistra deve liberarsi della sindrome di Renzi. Il punto non è solo una leadership, il punto è che si è chiusa una stagione: la stagione in cui la sinistra è stata subalterna. C’è bisogno di un grande operazione di ricostruzione. Renzi faccia quello che ritiene più opportuno. E’ legittimo che una personalità liberal democratica come la sua, cerchi una sua strada”.Le difficoltà ci sono, ci sarà da lavorare, ci saranno ben 4000 consigli comunali da rinnovare, ed è necessario presentare liste alle regionali e alle amministrative ben solide.È dunque naturale considerare le amministrative un passaggio fondamentale per evitare un ulteriore slittamento a destra.Poi ci sono le europee:“Io penso- risponde Speranza- che anche le attuali famiglie europee siano figlie di un tempo che non c’è più. E il Pse in questi anni è stato troppo subalterno alla destra e in modo particolare alla Merkel. Ma dentro quella famiglia – sono stato di recente in Europa per un incontro con il capogruppo del Pse, Udo Bullmann– ci sono comunque le cose più interessanti del socialismo europeo da Corbyn a Sanchez”.Vedremo domenica chi avrà raccolto il messaggio e quanti troveranno lo stimolo per poter affrontare questa nuova sfida che parte con un progetto decisamente ambizioso.
