SPESE PAZZE A ROMA, FIORITO CONDANNATO IN CASSAZIONE A 2 ANNI E 11 MESI

SPESE PAZZE A ROMA, FIORITO CONDANNATO IN CASSAZIONE A 2 ANNI E 11 MESI

Si chiude, almeno dal punto di vista giudiziario, la vicenda legata a Franco Fiorito, ex potente ras del PdL del Lazio, accusato nel 2012 di essersi indebitamente appropriato di fondi pubblici per 1,3 Milioni. Fiorito, detto“er Batman di Anagni”, in quella colorita tradizione alla Romanzo Criminale, in cui sei per il soprannome che hai, proviene da una lunga esperienza politica vissuta nei partiti di destra. Da giovane missino, il 30 aprile 1993, partecipa all’ ormai iconico lancio delle monetine contro Bettino Craxi all’ Hotel Raphaël, simbolo della fine della prima repubblica. Aderisce poi alle varie svolte della propria area politica, quella di Fiuggi che lo transita dall’MSI ad Alleanza Nazionale e quella del predellino con l’ingresso nel PdL. Nel 2001 viene eletto sindaco di Anagni e nel 2005 consigliere regionale del Lazio. Quando esplode lo scandalo delle spese pazze di Roma è capogruppo in Regione Lazio del PdL che ha sostenuto la governatrice Polverini e, per un curioso senso dell’umorismo della sorte, circa 20 anni dopo aver partecipato alla caduta del PSI, di Craxi e di tutta la prima repubblica, l’indagine che lo coinvolge diventerà l’inizio delle fine anche per la giunta che sostiene e che, fino a pochi giorni prima festeggiava l’impresa storica del Lazio: da accusatore di corrotti ad accusato evidentemente il passo è stato temporalmente lungo, ma moralmente molto breve e la distanza è essenzialmente data da un fatto: contestare il potere altrui o conquistarne del proprio. Secondo l’accusa, er Batman, dal 2010 al 2012, approfittando del proprio ruolo di capogruppo Pdl, aveva speso 29 mila euro per una vacanza di coppia in Sardegna, 19 mila euro per ristrutturare una villa al Circeo, più spese varie per l’acquisto di un suv, vini, viaggi, varie ed eventuali. Ovviamente tutte spese private finanziate dai fondi pubblici dovuti al partito che garantivano al politico un tenore di vita sfarzoso. La Cassazione in sostanza conferma l’impianto accusatorio portato avanti anche in primo grado ed in appello, limitandosi a rivedere lievemente la pena al ribasso, portandola dai 3 anni e 4 mesi iniziali ai 3 anni dell’appello e per finire con i 2 anni e 11 mesi definitivi. Della pena Fiorito ha scontato sei mesi di carcere; chiederà ora l’affidamento in prova ai servizi sociali per la parte rimanente della condanna.