TRUMP RACCOGLIE CIO’ CHE HA SEMINATO: ODIO SOCIALE
« Strage nella sinagoga USA » titola il Corriere. « Morte agli ebrei, il blitz di un suprematista bianco. 11 morti ». Trump raccoglie quel che ha seminato. Era un suo fan l’uomo che ha mandato pacchi bomba ad esponenti dell’opposizione. Ma Pittsburgh, che c’entra? Non è forse Kushner, genero di Trump, il miglior amico di Netanyahu? Sì, lo è! Ma, se lo svegli, il fantasma dell’odio vive di vita propria. Perché purtroppo se -nell’immaginario più antico e oscuro dell’uomo “bianco” occidentale,- il nero africano ha mantenuto una animalità ancestrale, l’ebreo però è rimasto il migrante per definizione. Quello ebraico, il popolo senza patria o con due patrie, dunque infido. L’ebreo che non poteva comprar case e terre prestava denaro. Ma così veniva raffigurato dalla propaganda razzista al vampiro, pronto a succhiare il sangue di bambini ariani. Se sparate contro gli islamici che ci invadono o i peones che marciano verso gli Stati Uniti, non meravigliatevi se, nel vostro nome, qualcuno proporrà una “soluzione finale” per gli ebrei! 6 signore romane, 6 professioniste hanno chiamato alla lotta. E una folla ieri al Campidoglio ha chiesto le dimissioni del sindaco. La Raggi ha dato di testa e ha risposto: siete orfani di Mafia Capitale”. No, erano romani esasperati per le buche, per la spazzatura e gli autobus che arrancano, per le scale mobili che crollano e perché nel centro di Roma ci sono isole di non-diritto dove, in cambio di droga, una sedicenne può consegnarsi ai suoi aguzzini, che ne abusano e la fanno morire. Non tutto – lo sappiamo- è colpa del sindaco. Ma continuare a a dire che tutto è invece colpa di chi amministrava e governava prima diventa esasperante e suona stonato. La sindaca è sola. Su chi può contare, sul popolo delle periferie? Arrabbiato come prima. Sugli utenti dei servizi pubblici? Non scherziamo! Sugli ultimi? Tagliati gli aiuti (magari perché finivano in corruzione) esser poveri è tornato un reato, che turba il decoro. Virginia Raggi vive assediata nel castello incantato, circondata da “attivisti” a 5 Stelle in lite fra loro, teme che le piombi addosso, il 10 novembre, una condanna per falso (affare Marra). Chi le ha gridato “dimettiti” invece non vota ancora per nessuno (leggete su questo Di Paolo, Repubblica, e Buccini ,Corriere) ma ne ha le tasche piene dell’ossessivo scaricabarile sui potenti di ieri. « Tap, rivolta dei 5 Stelle contro Di Maio » Apertura fotocopia per Corriere e Repubblica. I 2 giornali sommano la protesta di chi aveva creduto al NoTap a quella contro i 2 condoni, quello fiscale e l’altro per Ischia. E al malessere per Roma. Ad attizzare il dissenso, certe retromarce sgangherate. Di Maio evoca penali, per 20 miliardi se si fosse bloccato il gas dotto. Ma non ci sono penali, perché lo stato non ha firmato un contratto. Semmai richieste di risarcimento da parte di imprenditori privati. Ma questo si poteva prevedere già prima del voto. Sempre Di Maio ha scoperto un’altra “manina” perché nel decreto fiscale c’è ancora traccia del condono per gli immobili posseduti all’estero e dello scudo per il rientro dei capitali. Notizia che avevo letto sui giornali già il giorno dopo la presunta vittoria su Salvini. « Tria difende Draghi -apre la Stampa- Lo spread è dannoso e minaccia le banche ». Dopo la strigliata di Travaglio e la retromarcia del capo dei 5 Stelle “non ho litigato con Draghi, ho espresso in parere”, il ministro delle finanze ha trovato il coraggio per battere un colpo. Se lo spread resta alto e la crescita tira il freno -ha detto al Foglio- si dovrà diluire il programma di riforme (reddito e quota 100) come si è già fatto con la Fiat tax. I due vice premier, in questo uniti, dicono che non se ne parla. Non vorrei che si trovassero presto davanti a cortei di risparmiatori che non hanno conti all’estero nei quali spostare il capitale, o di pensionati, che non se la sentono di trasferire la residenza in Portogallo. Infine Désirée. Gli spacciatori stranieri, dopo essersi sfogati sul suo corpo di adolescente, hanno impedito i soccorsi: “meglio lei morta che noi in carcere”, hanno detto. Se in quel dormitorio per relitti umani, fosse stata presente un volontario di una ONG, forse la ragazza vivrebbe. Fiorenza Sarzanini, Corriere, sostiene che gli inquirenti cercano un italiano. Si chiama Marco e forniva le “pasticche”.
