UE E RATING, IL VASO DI PANDORA

UE E RATING, IL VASO DI PANDORA

Alla fin della fiera, dei tanti allarmismi apocalittici preventivati, l’unica critica, europea e non, a questa manovra è che losviluppo previsto dell’1,5%, necessario per ripagare il debito maggiorato, non è certo.Un po’ poco. Il tedesco Oettinger ha detto che a suo parere personale la manovra verrà rigettata, dimostrando ancora una volta tutta l’arroganza della Germania, che non sa stare zitta nemmeno quando il parere è personale e annunciarlo provoca qualche problema a uno stato alleato. La Merkel “vuole garanzie”, dice il Corriere, dimenticando però che la prima a violare i trattati internazionali ed europei è proprio lei. Lo ha fatto con la questione del surplus di bilancio commerciale e con accordi extra Ue con Russia e Cina. Per non parlare del bilancio dello stato, abbondantemente truccato sia dall’assenza dei crediti concessi dalla cassa depositi e prestiti tedesca, sia dell’indebitamento pesante dei Lander. Per non parlare delle loro megabanche, tutte stracariche di derivati inesigibili, autentica carta straccia.Non parliamo di Macron, che parla di approccio europeo all’Africa intendendolo a modo suo e pro domo sua, tenendosi lo sfruttamento e regalandoci l’immigrazione.Roma punta forte sullo scacchiere internazionale, apre a 360 gradi verso Usa, Russia e Cina. La sfida alla finanza internazionale e alle rigidità dell’Euro è senza precedenti, l’Italia vuole sgusciare fuori dai lacci che ormai da un decennio ne impediscono la crescita economica e l’uscita dal debito.Molto soddisfatti, i nostri media già annunciano la “bocciatura” della manovra da parte di Bruxelles che dà troppi soldi ai nullafacenti e ai lazzaroni, così ormai sono chiamati i disoccupati e i sottopagati, agli inutili invalidi e pensionari che sopravvivono a stento con meno di 500 Euro al mese.La bocciatura del Def italiano comporterebbe in realtà decisioni molto gravi per l’Europa. Sarebbe da irresponsabili. Sarebbe un colpo tremendo a un contenente che ne ha già subiti troppi. Il primo è stato quando il popolo francese ha maldestramente bocciato la Costituzione europea, il secondo la Brexit, il terzo l’isolamento dell’Italia, appunto. Il vero appuntamento, infatti, sarà con le agenzie di rating, trascinate dalla politica anti italiana di Bruselels. A loro la decisione diabolica di sfondare definitivamente una porta che sarebbe meglio per tutti tenere chiusa. Ma siccome per chi è abituato a comandare limiti all’arroganza non ci sono, l’abbassamento di un grado potrebbe essere nella logica delle cose.E qui viene il colpo di scena. Roma sfida la finanza internazionale a procedere in questa direzione. Si aprirebbero scenari davvero inquietanti. E’ come puntare sull’apertura del vaso di Pandora, il mitologico contenitore di tutti i mali che si riversarono nel mondo dopo la sua apertura. Farebbe il gioco di Roma. L’isolamento estremo dell’Italia, sospinta sull’orlo del default per punizione, nella convinzione errata che diminuirebbero i consensi, per loro allarmanti, verso il governo di nome e di fatto a guida pentastellata, rischia di ottenere un effetto domino sull’Euro e sull’Europa che potrebbe davvero portare all’uscita dell’Italia dall’Euro, quindi al fallimento definitivo dell’Ue, al rifacimento delle sue regole, senza che né Roma, né Bruxelles ne dichiarino l’intenzione. Non capire che i due partiti nostrani puntano sulle responsabilità esterne di un evento simile, significa lasciarsi giocare da una strategia ben pensata, ben costruita.Ecco perché Roma sta giocando forte convinta di avere il coltello dalla parte del manico.