VI RACCONTO COME E’ NATO IL VIDEO SUI TERRONI
“L’idea mi è venuta una sera d’estate, ero a Porta Nuova e passando accanto a due anziani con forte accento del Sud ho sentito che uno diceva all’altro: Con questi neg*i non se ne può più, sono tutti spacciatori. E l’altro annuiva, confermava con passione.Tutti i modelli con cui si parla dei migranti – ultimamente degli africani, qualche anno fa dei rumeni, prima degli albanesi – li avevo già sentiti negli anni ’80 e riguardavano i meridionali, i terroni. I terroni non avevano voglia di lavorare, spacciavano, perdevano tempo. Il piemontese no, il piemontese era puro. I giornali pure ci mettevano del loro: ricordo i titoli, “Preso l’autore della rapina della Cassa Rurale, è un siciliano di 27 anni”, oppure: “Scippa donna in pieno centro, catturato un pugliese senza fissa dimora”. Davvero, non è passato molto tempo. Anziché prendere un criminale per quello che è, cioè una persona che in un dato momento della vita commette un’azione criminale, si prende l’autore di un crimine e lo si ascrive a una categoria, e quindi in virtù dell’appartenenza a quella categoria lo si processa come “essere criminale”. Questo accade. E’ stupefacente che lo facciano persone che sono state, loro, prime vittime di questo schema”
