LANDINI CORRE PER LA SEGRETERIA CGIL. LA SFIDA, UNIRE I SINDACATI

Già durante le “Giornate del Lavoro” di Lecce si era capito che anche Susanna Camusso, messe da parte alcune incomprensioni passate, stava puntando su Landini come proprio successore alla segreteria della CGIL. Adesso è arrivata ufficialmente l’accettazione della candidatura da parte dell’ex responsabile nazionale FIOM. Inizia così il percorso congressuale del più grande sindacato italiano, con uno dei propri volti più noti al grande pubblico candidato alla segreteria: “In vita mia non mi sono mai candidato a nulla perché sono della scuola che tutti siamo al servizio dell’organizzazione ma ho accettato e mi sono reso disponibile alla proposta”, proposta avanzata direttamente dal segretario uscente. Maurizio Landini, già segretario FIOM nel settennato 2010-2017, è noto per la propria zione, particolarmente incisiva in occasione di alcune delle più importanti crisi aziendali degli ultimi periodi, dalla battaglia aperta con la FIAT di Marchionne in occasione delle modifiche contrattuali richieste per avviare il progetto FCA, al caso Thyssen, alla questione tarantina legata all’ILVA, distinguendosi per un atteggiamento quasi mai conciliante e fortemente battagliero. Se in passato le proprie azioni sono state di fatto particolarmente divisive, anche nel mero ambito sindacale, oggi Landini lancia la propria sfida con un messaggio conciliante nei confronti delle altre organizzazioni sindacali:“Con la fine dei partiti ‘tradizionali’ non ci sono ragioni politiche o partitiche per non ricostruire con Cisl e Uil un corpo unico, che vada oltre l’azione sindacale unitaria, verso una vera unità sindacale”,aggiungendo“poi ci sono diversità di merito nell’azione sindacale, ma se si vuole riunificare il mondo del lavoro il problema dell’unità sindacale è un punto decisivo, senza nascondersi la necessità di un confronto di idee anche diverse”. La candidatura di Maurizio Landini, forte dell’appoggio di Susanna Camusso e, con tutta probabilità di Serena Sorrentino, responsabile della Funzione pubblica che in molti ritenevano naturale erede dell’attuale segretaria, dichiaratasi tuttavia non disponibile a partecipare all’elezione, risulta certamente in pole position per il successo congressuale. Principale avversario di Landini sarà Vincenzo Colla, dirigente di lungo corso del sindacato che, certamente minoritario fra la dirigenza CGIL, può tuttavia contare sull’appoggio dei pensionati, numericamente molto significativi fra gli iscritti al sindacato, oltre che della stima in numerosi ambienti della sinistra politica. La sfida arriva in un momento particolarmente difficile, segnato da un ritorno all’aumento dei livelli di disoccupazione e da un ormai consolidato affievolimento delle tutele e dei diritti fra i lavoratori. La scommessa lanciata da Landini è proprio quella di affrontare le modifiche strutturali portate anche e soprattutto dalle innovazioni tecnologiche che, secondo l’ex FIOM, avrebbero provocato una frammentazione, anche sindacale senza precedenti, per tornare a quell’unità che, negli anni 60 e 70, fu foriera delle maggiori conquiste per i diritti dei lavoratori. La scelta definitiva, che in molti danno comunque per scontata, avverrà al congresso del sindacato che si terrà dal 22 al 25 gennaio prossimi a Bari.