“SULLA MIA PELLE”, IL FILM SU STEFANO CUCCHI, E’ UN GRAN BEL LAVORO

“Sulla mia pelle”, il film su Stefano Cucchi, è un gran bel lavoro. Asciutto, misurato, poco o niente concede al melodrammatico, evita tutti i facili espedienti per indignare o commuovere, non spettacolarizza (gomorrizza o suburrizza), non indugia, non divide in buoni e cattivi. Basta il racconto dei fatti.Cucchi, se ne evince, è morto di banalità, ignavia, routine, incuria, abbrutimento, burocrazia, distrazione, menefreghismo, abitudine, stanchezza e rassegnazione (anche quelle della sua famiglia). E, naturalmente, di botte, brutalità anche quella di drammatica e disperante “routine”.PS Le categorie del cinema che difendono l’orto da Netflix (cinema per tv), dovrebbero erigerne monumenti. Averne. Adoro il grande schermo, ma adoro di più chi ha mezzi e coraggio per diffondere storie, cinema, in qualsiasi modo. Ilaria Cucchi meritava Venezia, così come cast e troupe, e il resto son pugnette. Anzi, routine.