LA PROFESSORESSA RICORDA ANDREA AMMAZZATO DAL LAVORO A 18 ANNI

LA PROFESSORESSA RICORDA ANDREA AMMAZZATO DAL LAVORO A 18 ANNI

Grazie all’insegnante Donatella D’Alelio che con parole di dolore e amore ricorda il suo studente Andrea, ammazzato nei primi giorni di lavoro nella ricca e sviluppatissima Varese. Andrea aveva preferito andare subito a lavorare, nonostante fosse bravo a scuola e la sua insegnante volesse che continuasse gli studi. Ma nelle province della Lombardia è possibile per un…giovane trovare lavoro in fretta, avere un reddito, una certa indipendenza economica. Solo che tutto questo avviene in un mondo del lavoro degradato a Varese come ovunque.Non é possibile che un giovane a 18 anni non sia protetto contro i rischi di lavori difficili, pericolosi, che richiedono esperienza e che richiedono TEMPO. Tempo per la formazione, tempo per l’acquisizione dell’esperienza necessaria ad evitare i rischi, tempo e mezzi che l’azienda dovrebbe dedicare a tutelare un giovane di 18 anni al primo rapporto di lavoro. Ora risparmiateci le solite litanie sulle tragiche fatalità, le stesse che dall’inizio dell’anno hanno assassinato oltre 1000 operai e centinaia di migliaia ne hanno ferito e leso, spesso irreparabilmente. Questa strage si chiama sfruttamento, si chiama assenza di tempo per la sicurezza del lavoro, si chiama lavorare a costo della vita. E soprattutto si chiama abituarsi a tutto questo, darlo oramai come una delle inevitabili regole del gioco. Chi lavora rischia la vita, ma almeno lavora e nella ricca Varese c’e lavoro per tutti. Anche per Andrea che se avesse continuato a studiare magari sarebbe un laureato disoccupato, ma ancora vivo. Io voglio piangere con la professoressa D’Alelio, ma voglio anche maledire questa società infame che ammazza ragazzi diciottenni nel nome dell’impresa, del mercato, del profitto. Donatella D’Alelio22 hAndrea che era entrato in classe bambino e che ne era uscito uomo con le spalle disegnate e il sorriso luminoso. Andrea col capo chino sugli esercizi, Andrea che aiutava tutti, Andrea che quando aveva preso 9 in verifica non ci credeva, Andrea che all’intervallo mi chiedeva se volevo il caffè, Andrea che quando mi si ruppe l’orologio di mio padre, quello che mettevo nei momenti difficili, quando avevo bisogno di conforto mi disse dia qua, prof che glielo aggiusto io, Andrea che rideva coi compagni, Andrea che io volevo continuasse a studiare e lui no prof, io voglio lavorare, Andrea che quel lavoro l’aveva trovato, Andrea che quel lavoro ce l’ha portato via. Andrea, Andrea Masi, il mio alunno che ce l’aveva fatta.