LA CINA IN AFRICA E ORA SONO CAVOLI AMARI

“La storia è vecchia, la Cina è sempre stata un paese non allineato, l’Africa ha risorse, sia agricole, sia energetiche e sia minerarie, e la Cina ha bisogno di risorse; per cui da 20-30 anni la Cina ha investito in Africa con l’obiettivo di:– acquisire miniere e concessione– creare le infrastrutture per portare il rame, il carbone, il petrolio, quello che sia, perchè potesse essere commercializzatoIn questo modo, attraverso questi investimenti diretti; i finanziamenti cinesi generalmente erano prestiti fatti a questi paesi e garantiti dal ricavato della materia prima; erano prestiti infrastrutturali, ha costruito ferrovie, miniere, banchine, ecc, e si è garantita il prestito esportando il ricavato.La Cina è stata importante per l’Africa però adesso questo modello è in crisi perché tu sai che un paese per svilupparsi, va bene il primario, ma… un paese come l’Oman o l’Arabia Saudita, che hanno tanto petrolio da vendere, possono vivere di primario, ma quando un continente ha un miliardo di persone, il primario non basta, perchè il primario sono tanti soldi e poche persone, per cui devi passere generalmente nella seconda fase, le industrie, e poi passi al terziario. Quello che crea grande ricchezza nei paesi con tante persone, è questo passaggio dal primario al manifatturiero. In questo momento il modello è in crisi per due ragioni:– la crescita cinese si sta facendo meno forte, ma anche più light, nel senso che è una crescita fatta di servizi, ormai i servizi in Cina sono più importanti dell’industria; per ogni punto di PIL la Cina assorbe molto meno rame di quanto ne assorbisse prima, per cui la domanda di commodity c’è ma non è più quella che era– i paesi africani, con una piccolissima eccezione che potrebbe essere l’Etiopia, il passaggio dal primario alla manifattura non riescono a farlo, non ce la fai a produrre in Nigeria o in Kenya, non c’è niente da fare” #GlobalView“La Cina in Africa e moh so’ cazzi!”ConFabio Scacciavillani