CAROLINA E LA VIOLENZA, A SOLI DODICI ANNI

DI LARA CARDELLACarolina ha tredici anni e il suo nome è inventato. E’ di Castellammare e lì viveva fino all’anno scorso. Era estate quando Carolina, dodici anni, fu portata,con un inganno, in un casolare. Aveva dodici anni quando i tre, minorenni, la violentarono e sempre a dodici anni Carolina li denunciò. C’erano i suoi genitori accanto a lei e credo che allora Carolina, nonostante quello che le avevano fatto, credesse ancora nella giustizia, quella che non ti ripaga, ma un poco ti consola. I tre minori hanno ammesso tutto e il processo, in cui si chiederà la messa alla prova con molta probabilità, si terrà a novembre. Adesso sono in comunità, qualcuno insorge contro questa misura eccessivamente condiscendente, io penso a Carolina. Che se n’è andata, si è trasferita con la famiglia al Nord, un punto cardinale che la dovrebbe proteggere. Perché Carolina deve essere protetta? Perché i suoi tredici anni devono essere vissuti da sradicata, dopo che l’hanno già stuprata? Non ho mai visto nessuna vittima di furto, ferimento, scippo costretta ad andare via. La vittima è sempre circondata dalla società che l’accoglie e la tiene con sé, Carolina no. Carolina, vittima, di tredici anni, prende il fagotto di violenza subita sulla sua carne così fragile e va via. Per essere scordata, giacché scordare non potrà mai. Se non ti senti Carolina anche tu, non puoi sapere. Se non sai avere tredici anni e quel fagotto che ti porti dietro e peserà sempre troppo per le tue spalle, non puoi sapere e non puoi capire. Peserà sempre, peserà troppo. E Carolina si nasconde, al Nord.