APPELLO DELLA FAMIGLIA DI PEPPINO IMPASTATO A SALVARE IL CASOLARE CHE FU SCENARIO DELL’ASSASSINIO

Cinisi, il casolare dell’assassinio di Peppino Impastato cade ormai a pezzi. L’appello della famiglia fino ad oggi è sempre rimasto inascoltato mentre il tempo e l’incuria stanno contribuendo a ridurlo in un cumulo di macerie L’area è di proprietà di un privato. Cinque anni fa, la Regione aveva promesso la requisizione. “Ma è rimasto tutto fermo”Giovanni, il fratello di Peppino da sempre impegnato nel tenere viva la memoria da sempre lancia accorati appelli: “Quello è un luogo della memoria – dice oggi – meta di migliaia di persone ogni anno. Ma la struttura è in rovina, e il proprietario è complice di questo scempio, non prendendosi cura del luogo, così come il Comune e la Regione, che sembrano totalmente disinteressati”. Nel 2014, l’allora presidente della Regione Rosario Crocetta si era impegnato a requisire l’area, che si trova in una delle stradelle che costeggiano l’aeroporto Falcone Borsellino. “Da quel momento, il silenzio, nessun risultato positivo, solo promesse e prese in giro”, accusa Giovanni Impastato, che adesso ha deciso di inviare una lettera al governatore Nello Musumeci e al sindaco di Cinisi Giangiacomo Palazzolo.Poche le speranze peròDall’associazione che presiede, “Casa Memoria Peppino e Felicia Impastato”Giovanni non si arrende ma si dichiara profondamente sfiduciato:“Sono trascorsi altri cinque anni ed oggi non si è in condizione di dare una risposta seria e concreta a migliaia e migliaia di persone che, anche in occasione del prossimo 9 maggio, raggiungeranno il luogo dove è stato ucciso Peppino, così come hanno fatto negli anni precedenti”. Nel 2003, i commissari che allora gestivano il Comune imposero un vincolo sul casolare, perché “bene di interesse storico-culturale”. L’area è destinata ad “attrezzature culturali e sociali”. Ma al momento c’è solo una discarica nel luogo dove la mafia ammazzò Peppino Impastato. Quel casolare è anche il simbolo del depistaggio istituzionale organizzato subito dopo il delitto. Un depistaggio che non avrà colpevoli, la prescrizione ha salvato quattro carabinieri dall’ultima inchiesta della procura di Palermo.Quel luogo di memoria carico di messaggi non può certo essere abbandonatoAggiungiamo al messaggio accorato di Giovanni Impastato quello di quanti hanno ancora a cuore le memoria di quel giovane di Cinisi che amava la libertà e la “bellezza”