DALLA PARTE DEI CENTRI SOCIALI

Quando si parla di “centri sociali”, la maggior parte della gente non ha la minima idea di cosa si tratti.Pensano che siano, boh, una sorta di movimento politico di estrema sinistra, o dei covi in cui si riuniscono quelli che incendiano i cassonetti del G8 e si fanno le canne mentre progettano di spaccare qualche vetrina. Ed è difficile spiegare cosa sia davvero un centro sociale a chi non ci ha mai messo piede, partendo dall’assunto che ogni centro sociale è diverso dall’altro. Come probabilmente sapete tutti, Salvini ha stilato una “lista delle occupazioni da sgomberare a Roma”.E probabilmente sapete anche che, in quella lista, figurano diversi centri sociali e diverse occupazioni popolari abitate anche da minori (ma non il noto edificio occupato al centro di Roma dai “fascisti del terzo millennio”, ovviamente). Una delle occupazioni “da sgomberare”, nella lista del ciccio nutella padano, è lo Strike spa Roma.Lo Strike si trova a Roma Est, a pochi passi dalla stazione Tiburtina e, oltre ad essere tra i coproduttori, è una delle due location di Go Home – A casa loro, il film che ho scritto e che Luna Gualano ha girato.Per me, come per tantissime altre persone, un pezzo di cuore sta lì dentro, insomma. I centri sociali sorgono perlopiù in luoghi abbandonati a sé stessi e non rivendicati da nessuno, luoghi morti che vengono portati a nuova vita, sono posti in cui si fanno attività culturali, mostre, concerti, luoghi di aggregazione fisica per italiani e stranieri, punti di incontro tra vite, prospettive e idee differenti.Contrappongono la logica dello “stare insieme”, della cooperazione, a quella dell’individualismo e della chiusura che, purtroppo, caratterizza questo triste momento storico.Si chiamano “sociali” apposta, del resto. Allo Strike, ad esempio, c’è lo sportello di Yo Migro Roma, dove migranti possono ottenere consulenza legale gratuita da parte di un avvocato, c’è Il Ponte Sullo Schermo, dove migranti ed italiani imparano assieme ad autorappresentarsi attraverso il cinema, si organizzano mostre ed eventi come le “domeniche meticce”, che sono una fantastica occasione di aggregazione e integrazione per italiani e stranieri. Questa domenica, lo Strike, che può essere sgomberato da un momento all’altro, organizza una domenica meticcia.E io invito tutti voi ad andare.Per capire, per conoscere, o semplicemente per far sentire il vostro supporto a una realtà che fa moltissimo per il sociale e che sta per essere sgomberata e distrutta senza un motivo valido. Fategli sentire che siete con loro.Anche fisicamente.Cerchiamo di difendere gli spazi di resistenza civile, dove non c’è nessuno che viene “prima” di qualcun altro, dove la solidarietà, la convivenza pacifica e l’accrescimento culturale reciproco sono ancora le stelle polari di un’umanità reale, viva, pulsante.