IL DOTTOR POMATA
Dottor Pomata buongiorno. Dottor Pomata ossequi. Come camminava tronfio il dottor Gianluigi Posallo, ricevendo tutti quei saluti. Certo, ignorava il suo soprannome, lui sentiva solamente quel “Dottore”, il resto rimaneva nella testa della gente e nelle battute tra le persone. Dottor Pomata. Non era certamente un apprezzamento oppure un appellativo positivo, semmai il contrario: la pomata come simbolo dell’unto, del viscido. Ma lui queste cose non le sognava nemmeno, ed anzi, ogni volta che qualcuno, per sfotterlo, gli chiedeva qualcosa dei suoi successi, lui, impostando la voce, non perdeva tempo nel raccontare cosa stava facendo, enumerando i propri successi tutti i bravo che aveva ricevuto, come uno scolaro che si vanti dei bei voti. La gente rideva di nascosto imitando il suo atteggiamento affettato, la sua narrazione noiosa, ma lui non se ne rendeva conto. E poi i suoi successi erano solo nel campo degli affari, ovvio, perchè per il resto la sua vita era quasi inesistente, e quel poco che aveva ottenuto non era neanche merito suo. Per carità, non era una cattiva persona il dottore, semplicemente per lui il mondo si divideva in vincenti e perdenti, per il resto non erano contemplate altre categorie. Ma oggi il dottore doveva incontrare la sua ex moglie in tribunale, per discutere la causa di separazione, e questo fatto gli causò notevole stress, oltre ad un fastidioso rigurgito derivante da una compressione all’intestino. Già il solo fatto di essere dovuto arrivare in Tribunale lo urtava, eppure qualsiasi giudice, leggendo la memoria scritta dal suo avvocato, avrebbe dovuto ammettere che si trattava di persona di specchiata onestà. Ed invece, guarda te, quel leggi sentenze da strapazzo non aveva ritenuto soddisfacente quanto scritto. Ma cosa poteva volere di più? Dottore commercialista laureato con il massimo dei voti nonostante il matrimonio (si, lavorava sua moglie all’epoca ma perdiana, se si eccettuano quei tre anni in cui lei portava a casa la pagnotta e si occupava dei figli, dopo per lei fu solamente prestigio, grazie privilegio di accompagnarsi ad un professionista stimato. Anzi, ci vide lungo la signora). Ed inoltre era anche consulente di riferimento per il Vaticano, apprezzato dai più alti vertici della chiesa, ed ancora era stato eletto Commercialista più serio del ramo imprenditoria sanitaria. Ma a quel giudice questo non era bastato, aveva voluto sapere per quale motivo il dottore rifiutava di pagare a sua moglie gli alimenti. E certo, lei ha fatto la parte della buona, della santa, di quella che non vuole nulla per se stessa ma solamente per i figli. Chiaro, siccome lei pulisce e lava e stira e cucina per i loro tre figli, lui dovrebbe pagare per questo? Già tirava fuori i soldi per farle poggiare il culo in una villetta, che altro avrebbe dovuto fare il dottor Pomata? Che poi, la signora aveva detto al giudice di non voler nulla per se stessa. E lui non seppe trattenersi dal dire la sua: “mi sembra quantomeno il minimo vostro onore, io lavoro tutto il giorno, per non godere nulla della nostra casa, quale soldi vorrebbe?” “dottor Posallo, le ricordo che è lei ad essersene andato di casa” “ma solamente per non sentirmi ospite in casa mia” “ospite per quale motivo? La signora la faceva dormire in una stanza diversa?” “no, condividevamo lo stesso letto e lo stesso bagno” “no anzi spesso mi attendeva per non lasciarmi mangiare da solo, ma voglio dire, lo faceva per cenare accanto ad una persona di spessore” “mi scusi dottor Posallo, intende dire che parlavate?” “no, io purtroppo a cena ho l’abitudine di leggere pratiche di lavoro” “comprendo. Ed allora perchè ha detto che non voleva essere ospite?” “ma vostro onore, io tornavo a casa e mia moglie invece di ringraziarmi per essere così bravo, stimato, sa cosa faceva quando tornavo a casa? Lo sa?” “iniziava a dire che non stavamo piu’ insieme, che passavo piu’ tempo al lavoro che con lei, che lei ormai era solo la madre dei miei figli, insomma, lei si rende conto vostro onore. Ci sono persone che pur di condividere il mio stesso spazio accetterebbero anche di vedermi due volte a settimana, e lei invece era diventata insopportabile. Ecco perchè me ne sono andato di casa” “capisco, e non aveva una relazione quando se ne è andato?” “ma signor giudice, io sono un commercialista stimato” “e che c’entra mi scusi, un professionista non puo’ avere una relazione? Lo chiedo perchè di solito un uomo, quando lascia moglie e figli, ha già un porto sicuro. Di solito badi bene, non illaziono” “ma le pare, si figuri che sono andato a vivere in un appartamentino con una stanza, bagno e cucina” “veramente dalla planimetria fornita dalla controparte vedo un bell’attico con 4 stanze” “vostro incommensurabile onore vero, ma io, meschino, mi limitavo a dormire in una stanza usando bagno e cucina per il minimo incomodo” “ma se non sbaglio pagava, anche una cifra notevole” “ma vostra eccellenza, pagavo il disturbo, non l’affitto” “diciamo che non è possibile quantificare il disturbo” “vabbè, e dica, la signora chiede semplicemente che, proporzionalmente ai vostri introiti, le spese per i figli vadano ripartite in egual misura” “ma vostra reverendissima luminescenza, io ormai viaggio sul filo del rosso in banca, neanche l’autovettura posso cambiare” “ma vedo che ha appena comprato un nuovo studio di 4 stanze” “ma vostra incomparabile possanza, si tratta di un ufficetto, sembra piu’ grande per un gioco di specchi” Il dottore scrutava il giudice, la sua recita sembrava dare buoni frutti, da li a poco la sentenza avrebbe stabilito che la signora non aveva diritto a nulla. Si, il dottore se lo sentiva, ed osservava il suo Rolex d’oro nascosto sotto il polsino, pregustando il momento. E fu proprio mentre leggeva i messaggi della sua amante che arrivò il verdetto: condannato a pagare per intero le spese dei ragazzi, ed a tenerli con se a fine settimana alterni. Inoltre obbligo di vendere la villetta in breve tempo. Il dottor Pomata rimase sbalordito. Ma come, lui, che avrebbe dovuto essere assecondato nelle sue richieste già semplicemente in virtù dei suoi successi professionali. Lui che era meritevole di stima semplicemente perché così gli avevano sempre fatto credere sua madre ed i suoi parenti. Lui che se avesse potuto sposarsi con se stesso lo avrebbe fatto per quanto si reputava importante. Lui che appariva probo e onesto agli occhi di tutti. Lui era stato condannato. Afferrò la valigetta e si allontanò dalla ex moglie senza salutare lei e neppure il suo avvocato. L’onta era insopportabile, la sua reputazione macchiata, la sua recita scoperta. E montando sulla sua moto fece appena in tempo a leggere il messaggio della sua ex moglie prima di prendere in pieno l’automobile del giudice.
